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Open Arms, Richard Gere: "Per me era incredibile"

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"Avevo offerto una testimonianza scritta ma non è stata accettata": Richard Gere, ospite di Marco Damilano a Il Cavallo e la Torre su Rai 3, ha spiegato perché oggi non era presente all'udienza del processo Open Arms in cui è imputato Matteo Salvini, La vicenda risale al 2019, quando il leader della Lega era ministro dell'Interno e ritardò lo sbarco dei migranti a bordo della Ong spagnola. L'attore statunitense all'epoca salì a bordo della nave portando aiuti ai migranti. "Non è facile arrivare a Palermo - ha proseguito Gere, riferendosi alla città in cui si tiene il processo - ma sono lieto di questo invito perché è molto importante esprimersi con calma su quanto successo su quella nave". 

"Lei salì a bordo il 9 agosto per portare aiuti e viveri", lo ha incalzato Damilano. E lui ha risposto: "Mi trovavo da amici in Italia, sono già trascorsi 4 anni, e qualcosa ha attirato la mia attenzione: una legge che rendeva un reato aiutare le persone in mare, per me era incredibile soprattutto in Italia, un Paese meraviglioso con una popolazione generosa. Avevo già incontrato Open Arms a Barcellona anni prima ed ero rimasto molto impressionato dal loro lavoro".  E ancora: "Avevo sentito che questa nave non poteva entrare nel porto di Lampedusa, io ero già stato a Lampedusa, avevo visitato l'hotspot e incontrato dei migranti salvati nel Mediterraneo ed ero rimasto commosso dalle loro storie e commosso anche dall'intervento degli italiani a Lampedusa". Infine ha chiosato: "Non è una questione filosofica... Che si tratti di persone senzatetto, di migranti, queste persone sono sole, sono esseri umani con sensazioni profonde, potrebbero essere i nostri genitori, i nostri figli, le nostre sorelle...". 

 

 

 

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