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Otto e Mezzo, Montanari la spara contro Meloni: "Bisogna tornare a Mussolini. Un caso?"

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Spostare l'asticella sempre più in alto. Questo lo "sport" di Tomaso Montanari, storico dell'arte, fervente critico del governo e di Giorgia Meloni, sempre pronto a sbandierare presunti rischi democratici e sempre pronto a spararla più grossa. Il copione non cambia nel corso della puntata di Otto e Mezzo di lunedì 22 gennaio, il programma di Lilli Gruber in onda su La7 dove Montanari era ospite in collegamento.

Parlando di Giorgia Meloni e del fatto che Francesco Lollobrigida, marito di Arianna Meloni, sia ministro, ecco che parte in quarta. "La cosa che fa ridere è che l'amichettismo sia finito. Anzi, c'è il parentismo: per trovare un precedente di un governo con due parenti bisogna tornare a Benito Mussolini e a suo genero Galeazzo Ciano. Mi chiedo se sia un caso, per altro". 

E ancora, aggiunge: "C'è un'accelerazione, si va di male in peggio. Andava malissimo quando c'era la sinistra, ora va anche peggio perché lo fanno in un modo ancor più forte, smaccato e violento. C'è un a noi. La brutalità del Teatro di Roma, colta come se fosse una rivincita, fa molta impressione. In generale questo si iscrive su una mancanza di cultura democratica che fa impressione", spara Montanari.

 

"Ci si chiede quale sia la cultura democratica di chi ci governa. In generale mi sembra che ci sia un'occupazione del potere e del comando a cui ricondurrei anche la riforma costituzionale: i peni poteri sono i pieni poteri al clan, a una cerchia molto ristretta. Fa ancor più paura", conclude Tomaso Montanari, sempre più simile al proverbiale disco rotto.

Otto e Mezzo, Tomaso Montanari contro Meloni: qui il video

 

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