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DiMartedì, Bersani tifa centri sociali: "Un fascista con la svastica? No so come avrei reagito"

Roberto Tortora
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Il sabato nero di Bologna ha lasciato molti strascichi negativi e polemiche, soprattutto nella gestione dell’ordine pubblico. Contemporaneamente, infatti, hanno marciato in centro CasaPound insieme ai Patrioti, i collettivi antifascisti con i centri sociali e gli anarchici.

I gruppi di estrema destra sono stati bloccati dalle forze dell’ordine in via Boldrini per evitare che si avvicinassero troppo a via Indipendenza, verso la quale stavano procedendo gli altri due cortei non autorizzati, tra proteste e scontri. Se ne parla a DiMartedì, il talk di approfondimento politico di La7, condotto da Giovanni Floris. Tra gli ospiti, c’è anche Pier Luigi Bersani, ex-segretario del Pd, sconvolto per la presenza di fascisti nella zona della stazione di Bologna, dove una bomba di matrice di estrema destra venne fatta scoppiare il 2 agosto 1980, causando 85 morti e più di 200 feriti, cioè la strage più eclatante dal secondo dopoguerra.

 

 

 

Bersani non ha mezze misure: “Se io fossi stato lì davanti alla stazione con un fascista con la svastica che mi marcia davanti al luogo dove loro hanno messo la bomba, io non so come avrei reagito, lo dico sinceramente. Quindi tocca a chi gestisce l'ordine pubblico prima di tutto metterci il buon senso, poi posson chiederlo anche a me e ce lo metto ma prima devono avercelo loro, non possono consentire una cosa di questo genere”.

Bersani, poi, accusa il governo: “Il sindaco di Bologna non ha chiesto di proibire la manifestazione di CasaPound, ha chiesto di non farla passare vicino alla stazione, bensì vicino allo stadio. Il comitato dell'ordine pubblico, c'è il verbale, ha deciso questo. Crosetto, Piantedosi, Meloni, Salvini, Tajani e compagnia bella vogliono spiegarci come mai, invece, dopo la delibera del comitato dell'ordine pubblico, hanno fatto marciare con il passo dell'oca le svastiche e gli inni fascisti vicino al luogo della più grande strage fascista del dopoguerra? Mi vogliono rispondere? Perché o concludiamo che siam di fronte a dei deficienti, cosa che non credo, perché solo un deficiente può non rendersi conto di che ferita possa essere non per gli antagonisti -  va a concludere Bersani - che non so da dove arrivino, ma per i bolognesi uno sfregio così. Mi spieghino perché, chi è stato? Scusate se mi scaldo, ma quel mattino lì c'ero ed è una vergogna questa cosa qui”. 

Bersani e il fascista con la svastica, guarda qui il video di DiMartedì su La7

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