Ieri Roberto Gualtieri ha inaugurato un’altra pista ciclabile: un percorso di 1.500 metri che collega Monte Ciocci a San Pietro. Il sindaco di Roma, molto più influencer di tanti colleghi Pd, non si è limitato al taglio del nastro: in giacca e cravatta e munito di apposito caschetto, ha inforcato la due ruote e si è fatto un giro sulla pista con il suo staff a filmare ogni istante della pedalata promozionale, riportata poi sui suoi profili. Da mesi, infatti, l’inquilino del Campidoglio ha scoperto la potenza del mezzo social e ha deciso di usarlo per tutto, anche per mostrare i lavori di rifacimento dell’asfalto pure se fatti un po’ così. I video di Gualtieri sono appuntamenti fissi, arrivano su X più puntuali dei bus dell’Atac, ma tanto zelo non è sfuggito a Simone Baldelli, che è stato deputato di Forza Italia, compone canzoni (oggi esce il nuovo singolo “Certi party”), imita benissimo colleghi e colleghe, si è sempre occupato dei consumatori e, soprattutto, è un romano attento alle trasformazioni della sua città. I suoi filmati versione Gualtieri sono pure mejo dell’originale...
Baldelli, come nasce l’idea di fare la parodia del sindaco Gualtieri?
«Prima Gualtieri era un’ombra che aleggiava su Roma, invisibile. Da un certo punto in poi ogni volta che aprivo Instagram o Tik Tok mi appariva il sindaco con caschetto e pettorina che inaugurava qualcosa e diceva “guardate che bello qui! guardate che bella qua!”. Ovviamente lo spunto satirico è tutto nel Gualtieri originale, ormai diventato il loop della caricatura di se stesso: la realtà ha superato la fantasia. Aun certo punto, dopo l’ennesimo video autocelebrativo, non ce l’ho fatta più: sono corso dal ferramenta, ho preso il caschetto da cantiere e il gilet fluo, e sono andato in strada a girare il primo video che è stato un successo. Di lì è stata una escalation...».
Roberto Gualtieri, lo strepitoso sfottò di Baldelli: "Sanpietrini asfaltati"
"I Cantieri di Gualtieri" è la video-parodia del sindaco di Roma realizzata da Simone Baldelli (esponen...Come se lo spiega questo successo?
«Una parodia è azzeccata quando il pubblico dice “Era ora che qualcuno iniziasse a prendere questo tizio per i fondelli!”. Poi io ridicolizzo anche tutta la retorica green tipica di quella sinistra da salotto che Gualtieri interpreta in modo ortodosso e per certi aspetti surreale. La retorica che ha spinto la sinistra europea verso genialate dannose, come il blocco dei motori endoternici».
Sotto i video di Gualtieri ci sono commenti positivi.
«Anche sotto i miei. Leggendoli ho la sensazione di dare voce a una Roma diversa da quella che va in brodo di giuggiole di fronte ai disagi causati dai cantieri di Gualtieri e che considera gli automobilisti dei delinquenti. E secondo me quella Roma è di gran lunga la maggioranza».
Una maggioranza silenziosa?
«Non so se sia silenziosa, ma di certo è quella maggioranza che si incazza se le sparisce il posto auto sotto casa, sostituito da una fontanella “super-instagrammabile” (termine che Gualtieri usa davvero)».
Cosa le scrivono nei commenti?
«Tanti si divertono, mi danno sostegno perché non si riconoscono nell’operato del sindaco. Altri mi scambiano per il Gualtieri vero il che la dice lunga sulla situazione... Altri ancora dicono che più che da ridere c’è da piangere. In ogni caso il messaggio è chiaro».
E qual è?
«Che Roma andava ripulita, non ricostruita. I cantieri di Gualtieri, realizzati tra l’altro con fondi Pnrr e Giubileo stanziati dal governo di centrodestra, hanno bloccato mezza città ed esasperato i cittadini per diverso tempo. Molti hanno la sensazione che le periferie vengano lasciate indietro, che si stiano spendendo denari per cose giudicate irrilevanti o superflue, per allargare marciapiedi su cui camminano in pochi per stringere strade su cui passano in molti, cancellando posti auto preziosi di cui alla giunta frega poco, ma ai cittadini tanto».
La sinistra Ztl?
«Stanno disegnando una città per ricchi. La plebe e il ceto medio, che hanno perfino l’ardire di spostarsi con mezzi privati, per loro sono una scocciatura fuori dal tempo: loro sono già nell’era green e sognano una città composta da un’unica grande isola pedonale a misura di benestanti che si spostano a piedi, in bici o con auto blu elettriche».
E gli altri?
«E gli altri via, nelle periferie, in giro a cercare parcheggi che non ci sono, o nei mezzi pubblici sovraffollati, spesso sporchi e frequentati da borseggiatori sempre più scaltri e sfacciati».
Gualtieri ha inaugurato autobus elettrici.
«La sensazione che ho avuto io, magari sbaglio, è che su un autobus ci sia salito per la prima volta da sindaco al momento dell’inaugurazione o che comunque, diciamo così, non sia il suo mezzo di trasporto più frequente. Come spesso accade, i maggiori fan dei mezzi pubblici sono quelli che possono permettersi di non prenderli. Quando inaugura la nuova cabina di pilotaggio della metro Gualtieri schiaccia i tasti in favore di telecamere: è piuttosto diverso dal vivere l’amara quotidianità della metro dei comuni mortali, in piedi come sardine con una mano sul portafogli e una sul cellulare per non farseli fregare».
Lei come si sposta per Roma?
«Principalmente in scooter, come tanti altri temerari che scelgono le due ruote e meriterebbero una medaglia».
Con Gualtieri siete stati colleghi?
«Per un breve periodo in cui è stato deputato. Poi lui ha fatto altro. E io anche».
L’ha chiamata dopo la sua imitazione?
«No. Ma so che sa».
Pensa se la sia presa?
«Le persone intelligenti spesso sono anche autoironiche».
Lei ha imitato anche Giuseppe Conte, Roberto Fico e Laura Boldrini. Chi ha avuto la reazione più simpatica?
«Ricordo anni fa, al termine di una cena politica, facemmo con Berlusconi una foto insieme ai veri protagonisti della mia finta intervista tripla a Cicchitto, Bondi e Tremonti. Tremonti ironizzò sulla sua assenza di auto-ironia e si fece fotografare mentre mi puntava un coltello da pesce alla gola».
Avete in comune anche una passione per la musica.
«Sì. Lui suona la chitarra e gli piace la musica brasiliana. E visto che piace anche a me ho iniziato a scrivere un samba per Gualtieri dal titolo “Roma isola pedonal».
Un titolo premonitore?
«Come ho già detto qui la realtà supera spesso la fantasia...».