Di Battista fuori controllo: "Dolore. E a Gaza?", fango su Armani

di Roberto Tortoralunedì 8 settembre 2025
Di Battista fuori controllo: "Dolore. E a Gaza?", fango su Armani

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Nemmeno la morte, a volte, può dar pace, soprattutto quando se ne va una leggenda. Ed è questo il caso di Giorgio Armani, la cui scomparsa ha generato commozione in tutto il mondo per la grandezza che ha portato all’Italia nel campo della moda, dello sport e, in generale, della cultura del nostro Paese. C’è, però, chi deve sempre approfittare di queste situazioni per spostare l’attenzione altrove e guadagnare visibilità. Come il caso di Alessandro Dibattista, ex-grillino e oggi scrittore, che se ne esce su facebook con un post quantomeno inopportuno. Dibba scrive: “Il 99% dei politici italiani ha commentato (esprimendo dolore e cordoglio) molto più la morte di uno stilista (morto a 91 anni dopo aver vissuto grazie al suo talento una bella vita) che un genocidio in atto a pochi km dalle nostre coste.

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Una mattanza di donne, uomini, anziani, bambini e neonati molti dei quali hanno vissuto pochi anni, pochi mesi, pochi giorni o addirittura poche ore. Ieri i terroristi israeliani hanno ucciso due donne incinta. L'immagine dei feti estratti dal ventre delle due mamme palestinesi non riesco a togliermela dalla testa. È l'immagine dell'occidente ipocrita, vigliacco e complice in genocidio”. A corredo del post, però, elenca i suoi prossimi appuntamenti in cui dovrà promuovere il suo libro “Democrazia deviata”, sei date in giro tra la Capitale, la Toscana, la Puglia e la Campania. Si parte da Roma e si finisce a Baronissi, in provincia di Salerno. Questo suo post ha scatenato un’ondata di inevitabili critiche e, infatti, in molti hanno commentato in maniera negativa. C’è chi scrive: “Tu che ci fai gli spettacoli su sto presunto genocidio non ti senti un pochino sciacallo?”. E chi, invece, commenta amaramente: “Che post senza senso, si potrebbe definire imbarazzante”. C’è chi, infine, ci va giù pesante: “Hai rotto i c****i, siamo in Italia non a Gaza. Spostati in un Paese Islamico, cosi i politici non parleranno della morte di uno dei più famosi stilisti del MONDO”.