Giorgio Armani, "signor nessuno": clamoroso, spunta il banchiere custode dei segreti

di Roberto Tortoragiovedì 18 settembre 2025
Giorgio Armani, "signor nessuno": clamoroso, spunta il banchiere custode dei segreti

(Ansa)

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Ora che Giorgio Armani ha lasciato questo mondo, qui si dibatte sul suo testamento che, ovviamente, non è certo dei più comuni. Lo stilista si presentò lo scorso 5 Aprile dal notaio Elena Terrenghi a Milano, per consegnare il suo lascito segreto, scritto in parte di suo pugno e non con l’utilizzo di macchine. Due testimoni hanno assistito alla consegna di 6 fogli di carta bianca A4 e di due piantine di proprietà immobiliari, cioè Antigua e Pantelleria. Il primo dei due testimoni èresenti è Ruben Israel, contitolare dello studio notarile. Il secondo è un signore di 73 anni, lo sconosciuto signor Luigi Chiapparini, residente in un paesino del milanese vicino a Legnano.

Questo passaggio, come spiega il Corriere, è stato fondamentale per decidere a chi attribuire i suoi beni personali (ville, opere d’arte, investimenti etc.), dal valore stimato di circa 3 miliardi. Perché, dunque, in un momento così delicato era presente il signor Chiapparini? Di lui si conosce solo la data di nascita ed il domicilio, a San Giorgio su Legnano. Sul web di lui non c’è traccia e si sospetta sia un “private banker”, un gestore di patrimoni privati. Negli anni Novanta era alla Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza. Poi dal 1999 passa al Credit Suisse (oggi Ubs). Ed è proprio da conti del Credit Suisse che partono alcuni dei lasciti milionari di Armani ad amici e collaboratori. Il cerchio si stringe. Incalzato dai giornalisti nella sua elegante, ma anonima villetta, Chiapparini commenta laconico: “Sono un signor nessuno e tale voglio rimanere, non sono mai apparso da nessuna parte”. Ad unire, fin dagli anni Novanta, lui e Armani è Vittorio Terrenghi, commercialista storico dell’imprenditore della moda e padre del notaio Elena. Sempre Chiapparini specifica: “Spesso il mio tramite con Armani era Nicoletta Giorgino”.

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Lei si occupava degli affari personali dello stilista. Le due banche di riferimento di Armani erano Credit Suisse-Ubs e Intesa Sanpaolo. Quest’ultima depositaria del pacchetto EssilorLuxottica pari al 2%. “Sono stato tre volte dal notaio”, aggiunge Chiapparini, facendo intendere, dunque, che la stesura finale ha avuto più di un correttivo prima. Da Credit-Suisse Armani ha destinato circa 34 milioni a persone a lui vicine, come Michele Morselli destinatario di circa 2 milioni in Btp, mentre altri 30 milioni “contabilizzati nella mia gestione”, scrive lo stilista, con scadenza 2029 e cedola del 3,85%. Sempre in Credit Suisse ci sono altri Btp per 500 mila euro che Armani ha destinato a Elisa Di Ceglia, figlia di Giorgino, la collaboratrice scomparsa pochi anni fa. Ad Angelo Bonsignore, dell’Ufficio stile, l’imprenditore ha invece destinato altri Btp per 925 mila euro e analogamente 480 mila euro, sono arrivati a Black Graeme Leslie, stilista britannico. Le ultime volontà di Giorgio Armani, dunque, sono state un lascito “remunerativo” per chi gli ha voluto più bene e gli è stato accanto per così tanti anni.

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