"Un attacco mirato". Definisce così Dario Carotenuto quanto accaduto ieri sera, quando alle 22 un ordigno è esploso colpendo le auto di Sigfrido Ranucci e della figlia. "Stanotte - ricostruisce la vicenda il deputato del Movimento 5 Stelle sui social - una bomba ha distrutto l'auto di Ranucci, anima di Report, e per poco non ha ucciso sua figlia, passata di lì poco prima". "Già due mesi fa la Rai gli ha tolto la responsabilità della firma: contratti, trasferte, scelte editoriali, tutto strappato dalle sue mani e affidato a un altro dirigente - prosegue puntando il dito -. Non è stata una semplice mossa burocratica, è stato un attacco mirato. Il Governo è mandante morale di questo attentato, perché lasciare sola ed emarginare una voce indipendente significa renderla vulnerabile. La libertà di stampa è la nostra libertà. E noi non staremo zitti mentre cercano di soffocarla".
E ad accusare ci ha pensato anche Roberto Saviano: "Quello che è accaduto stanotte a Sigfrido Ranucci non riguarda solo lui, ma il clima che stiamo accettando. Quando si decide che un giornalista può diventare un bersaglio, significa che qualcuno vuole stabilire che certi argomenti non si devono toccare. La delegittimazione — che è cosa ben diversa dalla critica — mira ad attaccare non le idee o il lavoro, ma la persona. E quando si trasforma qualcuno in un bersaglio pubblico, prima o poi qualcuno penserà di poter colpire anche fuori dallo schermo. A Sigfrido va la mia solidarietà. Continuare a raccontare, oggi, è già un atto di resistenza civile".
Contro la campagna d'odio si è espresso poi l'Usigrai. Il sindacato dei giornalisti Rai lo ha definito "un attentato spaventoso che ci riporta indietro agli anni più bui. Siamo vicini a Sigfrido Ranucci alla sua famiglia dopo che nella notte la sua auto è esplosa davanti a casa. Pochi minuti prima era passata lì davanti la figlia. Siamo certi che né Sigfrido né i colleghi di Report si lasceranno intimorire. Saremo sempre al loro fianco affinché possano continuare liberamente il loro lavoro d'inchiesta. Abbiamo denunciato in questi mesi come la Rai abbia ridotto lo spazio a disposizione di Report e sopratutto il clima d'odio e insofferenza per le inchieste della redazione. In prima serata su Rai1 si è arrivati addirittura - da parte della seconda carica dello Stato - a definire i colleghi di Report 'calunniatori seriali', senza che né il conduttore né l'azienda prendessero le distanze. Una campagna d'odio contro il giornalismo d'inchiesta che deve finire". Insomma, il riferimento è chiaro: Ignazio La Russa. Il presidente del Senato aveva annunciato querela per diffamazione nei confronti della trasmissione condotta da Ranucci.
Stanotte una bomba ha distrutto l'auto di @SigfridoRanucci , anima di #Report, e per poco non ha ucciso sua figlia, passata di lì poco prima. Già due mesi fa la #RAI gli ha tolto la responsabilità della firma: contratti, trasferte, scelte editoriali, tutto strappato dalle sue…
— Dario Carotenuto (@Dario5S) October 17, 2025