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La "prova generale": il retroscena choc sull'attentato a Ranucci

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sabato 18 ottobre 2025
La "prova generale": il retroscena choc sull'attentato a Ranucci

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Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, è stato vittima di un attentato giovedì sera a Pomezia, quando un ordigno artigianale, contenente un chilo di polvere da sparo, è esploso tra la sua auto e quella della figlia Michela.

L’esplosione, avvenuta alle 22:17, ha danneggiato l’Opel Adam del figlio, la Ford Ka della figlia, il cancello e il muro di cinta della casa. "Avevano messo l’ordigno nel vialetto, tra i vasi e le auto, dove passo abitualmente", ha dichiarato Ranucci, sottolineando il rischio corso dalla figlia: "Avrebbero potuto ucciderla". Le indagini, condotte dai carabinieri di Frascati e Roma, ipotizzano un’intimidazione legata al lavoro giornalistico di Ranucci, con piste che includono clan malavitosi, ambienti ultrà e affari economici come il porto crocieristico di Fiumicino.I carabinieri ritengono che Ranucci fosse pedinato da giorni, con prove e appostamenti pianificati.

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Un messaggio audio di un residente e le immagini di videosorveglianza confermano la premeditazione. "Quella di ieri è la quarta esplosione nelle ultime tre settimane", ha denunciato Nabila, una residente, una sorta di test per studiare le reazioni delle forze dell’ordine. Un giovane incappucciato e tre ombre nella pineta sono stati segnalati, mentre un’auto ripresa potrebbe essere quella della fuga .Formalmente, si indaga per "danneggiamento aggravato dal metodo mafioso" e "violazione della legge sulle armi". Il procuratore Francesco Lo Voi ha definito l’attentato "un fatto gravissimo", auspicando che non rifletta un clima ostile ai giornalisti. Ranucci, già minacciato in passato, vedrà rafforzata la sua scorta. 

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