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Sesso, ricatti e ipocrisie reali: la caduta del principe Andrea

La rinuncia al titolo di duca di York prima dell’uscita del libro di Virginia Giuffre, che accusò lui ed Epstein di aver abusato di lei prima di suicidarsi
di Lavinia Oreficidomenica 19 ottobre 2025
Sesso, ricatti e ipocrisie reali: la caduta del principe Andrea

4' di lettura

Virginia Roberts Giuffre, la grande accusatrice del principe Andrea, è morta ad aprile: allora perché mettere in discussione adesso il titolo di duca di York e tutto il contorno di ordini e onori di cui il figlio della regina Elisabetta ha goduto finora? Perché dopodomani, il 21 ottobre, uscirà il libro postumo della Roberts Giuffre, “Nobody’s Girl”, le cui anticipazioni sui rapporti, di sesso e da minorenne, tra lei e il fratello del re rischiano di compromettere per l’ennesima volta la copertura mediatica intorno alla Corona del Regno Unito e al lavoro della famiglia reale. Ma quando Saturno si mette di traverso, perfino sulla testa di un principe si incrociano destini amari.

MAIL IMBARAZZANTE
A costringerlo a rinunciare a utilizzare il titolo di duca di York è stata l’incredibile circostanza di una mail sbucata il 12 ottobre dalle colonne del Mail on Sunday. Faceva parte dei documenti mostrati in un processo dello scorso gennaio contro Jes Staley, ex numero uno di Barclays, anche lui come Andrea coinvolto nel giro di amicizie di Jeffrey Epstein, il ricchissimo imprenditore americano condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori e poi morto in carcere. Era datata febbraio 2011, la mail in questione. Dal contenuto risultava evidente che i rapporti tra Andrea ed Epstein non si erano interrotti nel 2010, al contrario di quello che il principe aveva dichiarato nel 2019.

Le bugie non hanno aiutato Andrea, ma l’ipocrisia diffusa che ha accompagnato la caduta del principe non è stata più onorevole. La storia tra Andrea e la Giuffre è nota, meno i dettagli che hanno portato soldi, fama e pietà all’indirizzo della presunta vittima, e disonore, vergogna e costi a quello di Andrea, che però rischiava di travolgere anche il nome dei Windsor tutti. Nel 2009 la Roberts Giuffre accettò di firmare un accordo con Epstein in cui, dietro compenso di 500 mila dollari, la donna si impegnava a non perseguire alcuna persona riconducibile alla sua frequentazione con l’imprenditore. Andrea era tra questi, e in buona compagnia. Nel 2019, con l’arresto del finanziere accusato di pedofilia e morto forse suicida in cella a New York, rispunta una vecchia foto già apparsa nel 2011 che ritrae il principe allora 41enne abbracciato a una giovane Virginia che al tempo aveva 17 anni e 7 mesi. Lei pretende le scuse del principe per aver approfittato di lei cinque mesi prima della maggiore età e dietro compenso di 15 mila dollari versati da Epstein, Andrea non si scusa, ma decide di concedere un’intervista alla Bbc. «Sarà un successo», così avrebbe detto alla madre regina. Invece fu l’inizio della sua condanna al di fuori dei tribunali. In quell’intervista confessò di non ricordarsi di lei e altre menzogne. La stampa si schierò contrò di lui, come tutta l’opinione pubblica. L’eroe delle Falkland, il playboy di casa Windsor, era caduto nella polvere e il Palazzo non esitò a escluderlo dalla vita reale costringendolo aun passo indietro dal ruolo di working royal. Ne fecero le spese anche le figlie di Andrea, le principesse Beatrice e Eugene York, che fino ad allora avevano rappresentato benissimo la famiglia reale nei compiti pubblici. Soprattutto Virginia Roberts decise di trascinare il principe in tribunale in America, contravvenendo all’accordo firmato con Epstein nel 2009. Ma il giudice non ne tenne conto e scelse di andare a processo.

PASSO INDIETRO
Siamo alle soglie del Giubileo di Platino di Elisabetta II, è l’ultimo traguardo di una regina impeccabile e nessuno vuole rovinare la festa. Tanto meno Carlo e William che, per non affrontare un processo pubblico foriero di dettagli fastidiosi per la monarchia e succulenti per la stampa, costringono il principe Andrea a un patteggiamento con la Roberts Giuffre - si dice da 15 milioni di dollari - per scrivere la parola fine su qualsiasi futura rivelazione. Ma quella fu la fine anche delle ambizioni del principe, costretto a un passo indietro definitivo e alla rinuncia al titolo di Altezza Reale. A distanza di tre anni, ora appare il libro postumo di Virginia Roberts Giuffre, che compromette ulteriormente la delicata posizione del fratello del re. Per placare l’opinione pubblica, il Palazzo come al solito anticipa il pensiero unico punendo significativamente il principe, obbligandolo a rinunciare ai cavalierati e all’utilizzo del titolo di duca di York. Ad Andrea non rimane più nulla, solo la casa, il Royal Lodge, nel parco di Windsor, che in molti tuttavia pretendono gli sia tolta. Stessa musica anche per il Natale di Sandringham, da dove era già stato escluso l’anno scorso per i suoi rapporti con una presunta spia cinese. In tutto ciò nessuno sa se la Giuffre abbia lasciato qualche cartuccia ancora inesplosa per il futuro, che possa rimettere ancora in discussione il destino di Andrea, condannato comunque a un ergastolo morale. Il re ha chiarito tuttavia che sulle figlie del fratello non ricadranno gli errori del padre e rimarranno Altezze Reali e principesse.