Al netto delle manifestazioni di solidarietà ampiamente bipartisan (e come poteva essere diversamente?) il caso Fiano al di là delle apparenze, è stato in effetti sottovalutato. Nella realtà, il caso Fiano è la punta di un iceberg perché l'Italia nel suo complesso e, ovviamente, ancor di più il suo governo, e anche la parte riformista e atlantista del Pd, sono sotto attacco in modo molteplice. Nel caso Fiano, c'è molto di più che l'antisemitismo e l'intolleranza.
In effetti, al di là di questo episodio assai eclatante, già da tempo, nella maggior parte delle università e delle scuole, non esiste più la libertà di opinione sul terreno assai importante costituito dalla guerra a Gaza, mentre non a caso dell'Ucraina si parla il meno possibile. Questa situazione riguarda da tempo anche il 25 aprile dove i superstiti delle brigate ebraiche ei cittadini italiani di origine ebraica nel migliore dei casi possono partecipare solo in orari sfalsati e comunque protetti dalle forze dell'ordine.
Vocazione totalitaria? Quando il problema è a sinistra
A leggere i giornali, e in particolare i commenti che legano il caso Fiano ai reducismi in scena a Predappio, non poteva...Tutto ciò deriva dal fatto che, al di là di episodi del tutto isolati che hanno visto protagonisti esponenti di estrema destra, quello che è in campo in modo sistematico, organizzato e assai aggressivo, è ciò che va chiamato squadrismo islamico, costruito da centrali internazionali - da Iran e Hamas - che ha il chiaro obiettivo di destabilizzare in Italia ricorrendo a tutti i mezzi. Fiano è l'ultimo esempio di una lunga serie: basti ricordare gli episodi che hanno colpito personaggi di vario orientamento, da Molinari a Capezzone, alla Roccella, alla Bernini, ultimamente lo stesso Tajani.
Ma le cose non si sono fermate qui. Lo squadrismo islamico si è sempre inserito o addirittura ha guidato con cartelli significativi le manifestazioni pro Palestina cercando in modo sistematico lo scontro frontale con le forze dell'ordine. Lo scopo di questi exploit è evidente: la ricerca di un morto o di qualche ferito grave per incendiare ulteriormente la “prateria”. Il modello è quello del G8, vedi l'episodio tristissimo Placanica: Giuliani, un carabiniere rimasto isolato, circondato da decine di manifestanti che lo aggredivano, chiuse gli occhi, sparò un colpo di pistola e uccise uno dei contestatori.
Dopo il G8 il governo Berlusconi uscì indebolito e destabilizzato per alcuni mesi. Finora il governo Meloni ha avuto la fortuna di avere un bravo ed esperto ministro degli Interni che non è caduto in nessuna trappola, con delle forze dell'ordine straordinarie che hanno bloccato queste provocazioni fatte a freddo pagando il prezzo di centinai di feriti.
Le cose poi non si sono fermate a questo livello: sono scesi in campo anche gli influencer come Francesca Albanese e Jebreal che non a caso hanno avuto una copertura mediatica straordinaria, nella quale nel migliore dei casi una parte del Pd è caduta non avendo capito di essere coinvolta in un gioco internazionale che aveva come ispiratori la Russia e l'Iran.
A testimonianza dell'esistenza di questa fortissima componente internazionale, in questi ultimi giorni è sceso in campo un pezzo da novanta come Orban, il quale è venuto in Italia e ha parlato un po' con tutti, con il Papa, con la Meloni, ma anche con due giornalisti e, dulcis in fundo, con Salvini. Al centro dell'attenzione di Orban non è stata Gaza, ma l'Ucraina. Ciò non avviene a caso perché la tenuta dell'Ucraina dipende largamente dall'Unione Europea e dalla influenza che Giorgia Meloni riuscirà ad esercitare su Trump in senso del tutto contrario alla partita che sta conducendo Putin, il quale non ha nessuna intenzione di realizzare la pace in modo equilibrato.
Di qui ritorniamo al nostro punto di partenza: cioè alla contestazione nei confronti di Emanuele Fiano, autorevole esponente dei riformisti del Pd che dopo la Meloni sono l'altro bersaglio dei putinisti e dei fondamentalisti islamici. Infatti per ciò che riguarda la sinistra l'unica componente razionale atlantica filo ucraina e con una linea equilibrata rispetto al rapporto tra Israele ei palestinesi è costituita dalla componente riformista del Pd peraltro allo stato minoritaria.
La maggioranza raccolta intorno alla Schlein sui temi internazionali ha le idee del tutto confuso, mentre Giuseppe Conte con l'annesso Travaglio e il Fatto è un putinista in servizio permanente effettivo. Di qui conseguentemente Putin e hamas selezionare in modo assai attento i bersagli su cui concentrare i colpi in Italia a livello del governo e dell'opposizione.




