"Il numero uno me l’hanno messo gli altri, io non me lo sono mai dato", esordisce Iginio Massari nel podcast Gurulandia, dove insieme al figlio Nicola apre le porte del suo regno dolciario.A 83 anni il “Maestro dei Maestri” ringrazia MasterChef per la popolarità ("Mi ha dato visibilità"), ma non fa sconti ai concorrenti: "Molti sono dilettanti allo sbaraglio che forse non sanno cosa siano le uova". I giudici attuali sono "grandi personaggi", però "lo spettacolo lo fanno i concorrenti interessanti". Accanto a lui c’è Nicola, definito "più imprenditore", che gestisce l’azienda "a 360 gradi". Il segreto è il mix tra rigore e modernità: "In pasticceria non esiste “quanto basta”, solo “quanto serve”.
Ogni torta italiana, spiega Massari, si basa su quattro pilastri al 25%: "Pan di Spagna, bagna, farcitura, ricopertura". La giornata inizia ancora "alle 2:45", sette giorni su sette, da oltre 40 anni. La qualità nasce dal controllo totale: "Fornitori artigianali selezionatissimi" e produzione centralizzata.L’impero vale oggi circa 16 milioni di euro (quasi 20 con la storica pasticceria di Brescia) e punta a nuovi store e franchising negli aeroporti. Controcorrente come sempre: "Il tiramisù è il dolce peggiore" e l’Intelligenza Artificiale, già testata nel gelato, "risponde solo ai dati che ha" e non inventerà mai nulla di nuovo. "Troppa tecnologia ci farà fare la fine dell’Impero Romano". Il messaggio finale è netto: "Siamo ciò che mangiamo oggi", non ieri. Il futuro della pasticceria non è nostalgia, ma qualità senza compromessi.




