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Il ritorno stonato di Patrick Zaki

di Daniele Dell'Orcosabato 22 novembre 2025
Il ritorno stonato di Patrick Zaki

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Come sono lontani item pi in cui, all’indomani del 7 ottobre, le posizioni anti -israeliane di Patrick Zaki mettevano in imbarazzo la sinistra. Ora la sinistra che s’è conformata a Zaki. E l’ha redento. Sul Manifesto, l’attivista, ieri in piazza a Bologna tra i manifestanti pro -Pal, ha parlato della partita di Euro lega Virtus-Maccabi come se avesse smascherato un complotto mondiale. La sua tesi è che la gara della Champions di basket sia stata una sorta di messinscena organizzata dal governo israeliano per ripulirsi l’immagine: il famoso sportwashing.

Ma cosa c’entra la partecipazione di squadre israeliane ad una competizione storica, e perdipiù in trasferta, con lo sportwashing? Nient’altro che un modo per paragonare Israele alle autocrazie. Da un lato usa il vergognoso riferimento alle Olimpiadi del ’36 nella Germania nazista, dall’altro denuncia il “doppiopesismo” con la Russia, esclusa dalle competizioni sportive.

Un “e allora la Russia?” vuoto e infantile. Poi, a proposito di nazismo, c’è Bologna, trasformata nell’articolo in eroe tradito nei suoi valori antifascisti. Zaki scrive che Bologna ha venduto l’anima. Ma una città non è un monolite. La soluzione proposta — boicottare la partita — è il colpo di teatro finale: se il mondo è complicato, semplifichiamolo con un bell’esilio da qualche altra parte. È l’idea dello sport come palcoscenico da chiudere a seconda degli astanti, anziché spazio vivo in cui ci si incontra. Com’è sempre stato nel corso della storia. Quella che si studia.
Non si interpreta.