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Caracciolo e Limes, psicodramma a sinistra: "Io resto", esplode il caso su Repubblica

sabato 20 dicembre 2025
Caracciolo e Limes, psicodramma a sinistra: "Io resto", esplode il caso su Repubblica

2' di lettura

Il caso Limes diventa uno psicodramma per la sinistra, stritolata tra politicamente corretto e contraddizioni interne. Alcune prestigiose firme hanno lasciato la rivista di geopolitica in protesta contro la linea del direttore Lucio Caracciolo, giudicata "filorussa". Peccato che nel Consiglio scientifico della pubblicazione ci sia anche un pezzo grosso del Partito democratico come Luigi Zanda. Che ora scrive a Repubblica per spiegre ai lettori per quale motivo non abbia alcuna intenzione di andarsene.

"Caro Francesco Merlo  - scrive Zanda nella rubrica delle lettere -, si può entrare o uscire dal Consiglio scientifico di una rivista come Limes solo per libera scelta e ho trovato eccessivo il rumore suscitato da alcune recenti dimissioni. Io sostengo la resistenza ucraina e condanno l'aggressione bellicista della Russia di Putin. Sostengo la Nato e più fortemente l'Ue. Con queste mie convinzioni faccio parte del comitato scientifico di Limes e non ho alcuna intenzione di dare le dimissioni".

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Excusatio non petita, ma d'altronde quando le accuse diventano ideologiche a tal punto da rischiare di trasformarsi in voglia di censura contro chi non la pensa allo stesso modo forse l'autodifesa diventa inevitabile. "Non solo per stima verso il suo direttore, ma anche perché senza la presenza di tante opinioni, anche di quelle più lontane dalle mie, Limes perderebbe il suo carattere e servirebbe a ben poco, anzi non servirebbe a nulla". Parole sacrosante, quelle di Zanda, che fanno a pugni con una sinistra sempre più "antifascista" nelle parole e illiberale nei modi e nei fatti.

Merlo fa quindi l'elenco del terremoto-Limes. "Hanno lasciato Federigo Argentieri, Franz Gustincich, Giorgio Arfaras e il generale Camporini. Non ho spazio per i 50 nomi che, invece, con Luigi Zanda rimangono nel comitato scientifico. Ci sono anche Romano Prodi ed Enrico Letta, Geminello Alvi e Luciano Canfora, Ernesto Galli Della Loggia e Ilvo Diamanti… Come ha scritto Ezio Mauro su Twitter «Lucio Caracciolo è l'esempio migliore di giornalismo competente e libero» e, dunque, ha consigliato in radio Paolo Mieli, «è meglio rimanere dentro» e anche animosamente dissentire".  A Caracciolo, conclude Merlo, ora tocca solo "distinguere, come ha spiegato da Lilli Gruber, l'intelligenza del nemico e l'intelligenza con il nemico".