Cerca
Cerca
+

Ginevra Leganza: i ritocchi estetici maschili ispirati da TikTok

Ginevra Leganza
  • a
  • a
  • a

Rotti dentro e rifatti fuori. A Londra lo chiamano “Looksmaxxing”. Noi che abbiamo le scuole alte diciamo “Mefistofele al silicone”. Ed è tutta una questione di bisturi, si capisce. Tutto un concentrato di tossina botulina. Ma alt. Ché stavolta non parliamo di bocche a barchino odi décolleté... Niente Barbie. Questa volta – come si dice – parliamo di uomini. E più precisamente di maschi bianchi, di maschi vinti. E dunque Looksmaxxing.

Da dove cominciare? Questo fenomeno, che ha all’incirca dieci anni, è anzitutto una cosa social. Come racconta il Guardian, l’hashtag raggiunge la massima diffusione grazie a TikTok (cinesata che mette il mondo in mutande, letteralmente; pensata geniale – alla faccia della via della Seta – che dell’occidente promuove il tramonto assai meglio di Oswald Spengler). Comunque, il fenomeno di cui vi parliamo consiste nell’attitudine maschile (meglio: intramaschile) di comparare facce, occhi e mascelle... Di misurare glabelle e nasi. E tutto per capire che c’è che non va: quanto modificare, cosa allineare.

Gli influencer di Looksmaxxing, ultimamente, crescono a dismisura. Alcuni di loro promuovo il mewing, il cui hashtag conta un miliardo di contenuti. To mew (che, tradotto, è lo gnaulìo del gatto – il tramonto dell’occidente è su TikTok, s’è detto) è un modo speciale per stravolgere i connotati. Si tratta, scrive Vogue, di una particolare tecnica che «prevede di unire le labbra, socchiudere e allineare le arcate dentali e spingere la lingua verso il palato (...) Esteticamente l’esercizio evidenzia i muscoli della mandibola e della mascella».

Ed ecco. Di gente che gnaula il web l’è pieno. Il Guardian racconta la storia di Kareem (22 anni) che sul profilo ha una foto di American Psycho; e ancora quella di James (16 anni) che dai tricipiti è passato ad allenare e allineare i tratti del viso. Per intenderci – a parte American Psycho e Christian Bale – il canone è all’incirca Cillian Murphy (Robert Oppenheimer) o Sean O’Pry (il super modello americano immortalato da Terry Richardson). E dunque: perfette distanze interpupillari e inclinazioni cantali, sguardi cesellati e mascelle forti, e per concludere tocco di pelle chiaro, anzi chiarissimo: a whiter share of pale (parliamo sempre di maschi bianchi, perciò emaciati). E allora giù: di creme e di cremine (nel caso del softmaxxing) oppure giù di bisturi (hardmaxxing). Scopo ultimo: aumentare l’SMV (il “valore di mercato sessuale”).

È un affresco digitale ma non irreale, questo, su un fenomeno certo collegato a quello dell’incel (il “celibe involontario” che su Internet odia le donne e la società). È un affresco digitale, dicevamo, ma forse anche un po’ surreale dacché ricorda le migliori distopie. Era infatti in Giustizia facciale, il romanzo di Leslie Hartley (1960), che si raccontava di un’Inghilterra totalitaria, senza più disuguaglianze sociali e neppure facciali. Un “mondo nuovo” dove le donne col volto bello (donne alfa) e le donne col volto brutto (donne gamma) si ritrovavano parimenti costrette al grado beta: ovvero a rifarsi la faccia in chiave “donna media”. Per annullare le differenze. Questa volta però parliamo di uomini e, a quanto pare, non di Stati totalitari. E tuttavia parliamo di utenti e algoritmi cui evidentemente piaciucchia il maschio cesellato che sa di femmina. Cui evidentemente piace l’assenza di differenze. E dunque parliamo di maschi che non pensano tanto come Harvey Mansfield («L’uomo virile non è flessibile e non ricorre all’inganno»), piuttosto la pensano à la “uomo-gatto” (a proposito di mewing e di gnaulìi). TikToker che s’ostinano a aumentare il “valore di mercato” facendosi belli bellini o bellocci. E che dire – questa volta parliamo di donne. Che dire? Ogni tanto, forse, tornando a casa, dovremmo fare una carezza ai nostri cugini, agli amici, ai figli e fratelli maschi. Dovremmo fare una carezza e spiegar loro che no, alle ragazze i bellocci non piacciono. Perlomeno non alla maggior parte, non a tutte. Giacché una femmina, perché un maschio le piace, se lo deve un po’ raccontare. In fondo, non lo sa neanche lei. Figurati poi se lo sa lui, Mefistofele al silicone. 

Dai blog