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Scandalo Fiorito, Polverini verso le dimissioni. Udc pensa alla sfiducia

Giulio Bucchi
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Renata Polverini resta al suo posto, ma fino a quando? L'incontro alla Camera con il segretario del Pdl Angelino Alfano e Gianni Letta avrebbe convinto la governatrice della Regione Lazio, scossa dallo scandalo dei rimborsi spesi del consiglio regionale, a rinviare le proprie dimissioni almeno finchè il piano generale di tagli da lei stessa predisposto non sarà defintivamente approvato in Regione. Secondo quanto si apprende da fonti pidielline, Polverini già domenica nel faccia a faccia con Mario Monti aveva espresso i suoi dubbi al premier e la tentazione di rassegnare le dimissioni. Poi, una telefontata serale con Silvio Berlusconi, durante la quale l'ex premier era tornato a chiederle di non fare passi affrettati e non far precipitare la situazione. Il timore, nel Pdl, è che la caduta della giunta e un ritorno alle urne anticipato, con probabile boomerang elettorale, possa far esplodere il partito a livello regionale e non solo. C'è però l'incognita dell'Udc: il partito di Casini, alleato del Pdl nel Lazio, dopo le prime ritrosie starebbe pensando seriamente a sfiduciare la Polverini, accodandosi alla protesta dei consiglieri del Pd e dell'Idv, che minacciano le dimissioni. Un'iniziativa, quella democratica, che il capogruppo del Pdl a Montecitorio Fabrizio Cicchitto non esita a definire "ridicola, visto che per circa 3 anni il gruppo del Partito democratico ha condiviso tutte le decisioni riguardanti l'assegnazione di maggiori risorse ai gruppi regionali". I dubbi dell'Udc - L'incontro con Alfano e Letta, proprio alla luce della titubanza dell'Udc, avrebbe dunque allontanato il rischio imminente senza però risolvere i problemi di fondo. Il segretario del Pdl avrebbe chiesto alla Polverini di portare a termine il piano di tagli per dare un segnale forte ed evitare che il Pdl venga visto come il partito che vuole mantenere lo status quo. A pesare sulla decisione finale sarà anche la tenuta della maggioranza in consiglio regionale, messa a repentaglio dalla raccolta firme dell'opposizione che mira a una 'dimissione in blocco' e dalle fibrillazioni in seno all'Udc. Per far decadere il consiglio comunale bastano 36 firme. Al momento la raccolta è ferma a 26, ma dall'Udc sono arrivati segnali contrastanti: i centristi contano 6 consiglieri alla Pisana, ai quali - stando a quanto si apprende - dovrebbe unirsi un altro consigliere. La quota salirebbe così a 33 consiglieri pronti alle dimissioni. Non ancora abbastanza, ma dal Pd e dell'Idv si dicono certi di potere raggiungere l'obiettivo prima di sera. Per evitare di essere sfiduciata dal consiglio regionale, con l'apporto decisivo di una parte della 'sua' maggioranza, Polverini potrebbe quindi optare per le dimissioni volontarie.    

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