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Mughini: Grillo e Di Pietro, roba da circo Orfei

Beppe e Tonino due clown che rappresentano bene lo stato attuale del nostro paese. Ci meritiamo tutto questo?

Giulio Bucchi
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di Giampiero Mughini Al gran circo della politica italiana che giorno dopo giorno erode  la leggenda del Circo Orfei quanto a exploits al limite dell'inenarrabile, lo spettacolo il più grottesco non si arresta una sola ora che sia una. 24 ore su 24 è un succedersi di panzane, di protagonisti che traboccano vogarità, di sparate inverosimili pronunziate ora dall'uno ora dall'altro dei due schieramenti. L'ultima per la bocca di Beppe Grillo, dell'uomo che le tv straniere intervistano perché credono che lui abbia in mano le chiavi di che uscire dalla tragedia della politica italiana. «Antonio Di Pietro for president» è l'ultima pensata dell'intemerato nuotatore, del leader non sappiamo bene di che cosa il quale dopo le prossime elezioni italiane avrà in mano 120 o forse più deputati a far pesare le sue scelte e i suoi raffinati «vaffanculo» a mezzo mondo. Lo abbiamo detto più volte che il grottesco della politica italiana non stava solamente nelle contraddizioni e nelle debolezze della coalizione di centro-destra rappresentata da Silvio Berlusconi. Quelle contraddizioni e quelle debolezze c'erano e pesavano eccome, e stavano sprofondando l'Italia, ma sarebbe bastato che di fronte ci fosse una coalizione politica attendibile ed ecco che la nostra democrazia avrebbe camminato e proceduto verso il meno peggio. E invece no, purtroppo quella coalizione necessarissima non esiste o quasi, e quel poco che ne esiste è gravato dal pagliaccismo di impresentabili compagni di strada e rivali quanto a consenso elettorale. Grillini e dipietristi. Mamma mia, mamma mia. Mi metto nei panni di Pier Luigi Bersani, e mi si rizzano i capelli. Leggi l'articolo integrale di Giampiero Mughini su Libero in edicola oggi, sabato 3 novembre

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