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"Caro Renzi, se perdi fonda il tuo partito. O fai la fine di Segni"

Matteo Renzi

Il rottamatore ha il consenso e l'occasione per cambiare la storia della sinistra e del Paese. E non può lasciarsela sfuggire

Andrea Tempestini
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"Matteo Renzi deve stare attento a non subire la sorte di Mario Segni: da protagonista di una stagione a protagonista di un futuro già passato. Il ballottaggio delle primarie sarà vinto da Pier Luigi Bersani. Sono pronto a festeggiare (e votare, alle elezioni vere) il contrario, ma non ci credo. Intanto s'è scatenata una guerra interna, anche solo sulla contabilità dei voti espressi (meno della volta scorsa, quindi non certo un boom), per non dire di quanti avranno diritto al voto, domenica prossima. A Renzi è rimproverata la violazione delle regole, anche a causa di pagine pubblicitarie comprate per aumentare il numero dei votanti. In effetti, quando quelle regole furono fissate mi parve che la partita fosse stata decisa. Mi domandai anche se Renzi era un perdente consenziente. Non se ne erano accorti, lui e i suoi quotati collaboratori? Ma la domanda politicamente rilevante è un'altra: cosa succede, lunedì mattina? Può Renzi rientrare tranquillamente nei ranghi e collaborare con chi ieri l'ha denunciato ai garanti del partito?", si interroga Davide Giacalone su Libero di venerdì 29 novembre. Quindi la dritta: "Caro Matteo, se perdi fonda il tuo partito". Il rottamatore, infatti, ha il consenso e l'occasione per cambiare la storia della sinistra e del Paese. E non può lasciarsela sfuggire. Leggi il commento di Davide Giacalone su Libero di venerdì 30 novembre

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