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Pdl, divisioni in Parlamento: Frattini, Pisanu & Co mollano Berlusconi

Frattini e La Russa

Ignazio Stagno
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Il Pdl in queste ore fa scricchiolare il governo di Mario Monti. Il Prof teme di non arrivare a fine legislatura. Napolitano vuole dargli una mano. Ma la situazione resta tesa in palrlamento. Lì contano i numeri e non le parole. E le cifre parlano chiaro. Il governo riesce a far passare al Senato il decretro legge sullo sviluppo, ma fa a meno dei voti del Pdl che si astiene. L'astensione non impedisce al decreto di arrivare in porto. Ma nella mareggiata appaiono i volti anche della tempesat in corso nel partitodel Cav. Infatti non tutti sono pronti ad allinearsi con le direttive del Pdl. I dissidenti del voto  Comincia la stagione dei dissidenti votanti. I nomi che vanno contro la linea del pdl sono pesanti e costituiscono la storia e l'ossatura dello stesso Pdl e di Forza Italia prima. Il primo a rompere i patti è al Senato Beppe Pisanu. Questa mattina al Senato è stato l'unico a votare a favore del governo. Il presidente della commissione Antimafia dopo aver votato contrariamente al suo gruppo ha dichiarato: " "Il presidente del Consiglio deve   recarsi al Quirinale per riferire al Capo dello Stato quanto si è   verificato e per dire che, prima di poter affrontare i problemi   serissimi del Paese, c'è bisogno di ricostituire la maggioranza   numerica, se non politica, grazie alla quale finora il governo ha   operato benissimo".  Pisanu con una scelta comunque pesante comincia forse a dire addio al Pdl e a pensare ad altri lidi.  Frattini, Mantovano e gli altri contro il Pdl La spaccatura del partito riaffiora prepotentemente ache nel pomeriggio con il voto alla camera sul decreto sui costi della politica. Anche in questo caso l'ordine di Fabrizio Cicchitto è chiaro: "Astenersi". Ma qualcuno fa di testa propria. Giuliano Cazzola, Pdl, dà voto favorevole per la fiducia sul provvedimento. "Mi sembra un errore insistere per l'election day fino a minacciare la crisi di governo e correndo consapevolmente il rischio di andare al voto il 10 febbraio anche per le elezioni politiche, quando ancora il Pd gongolerebbe per il successo delle sue primarie: tutto ciò da parte di un partito, come il Pdl, che allo stato dei fatti non ha alcuna certezza ed è privo di tutti gli elementi basilari per svolgere una decente campagna elettorale", sostiene  Cazzola.  E aggiunge: "Se si votasse per le elezioni politiche ad aprile il Pdl potrebbe convocare delle primarie serie e credibili, con il tempo necessario sul piano organizzativo, ricompattando un partito ora in libera uscita". A si per Monti si unisce anche l'ex ministro degli esteri Franco Frattini che alla camera vota la fiducia. "Come ho sempre rispettato i colleghi del Pdl che, molte volte, hanno negato la loro fiducia, oggi sono io che non mi sento di seguire le indicazioni del gruppo, perchè preferisco esercitare fino in fondo la mia profonda convinzione per una visione europea e europeista, e di forte interesse nazionale dell'Italia, che mi impedisce di contribuire, anche in parte, ad alimentare una fase di instabilità e di rischio grave in questa fase finale della legislatura", ha spiegato Frattini. Anche Gennaro Malgieri sbatte la porta in faccia al Pdl e vota la fiducia alla Camera: "Non mi sento di condividere atteggiamento che non mi è stato spiegato nè dal gruppo nè del partito a cui appartengo, il Popolo delle Libertà. Quindi ho votato  a favore". Infine c'è pure il voto di fiducia di Alfredo Mantovano: "Faccio parte della maggioranza che   fino a oggi ha sostenuto il governo Monti, non sempre mi sono trovato d'accordo con provvedimenti di questo governo e non ho votato la  fiducia. Ma su questo provvedimento che taglia i costi della politica e introduce controlli più stringenti, arricchito e migliorato con i nostri emendamenti, dò un voto a favore".  Crosetto molla e La Russa fa fuori Alfano Giuliano Cazzola, Franco Frattini, Gennaro Malgieri, Alfredo Mantovano e Beppe Pisanu sono quelli che "mollano" il Pdl in aula. Apertamente e non seguendo più le dierttive. Poi c'è chi il Pdl continua a seguirlo per il voto in Parlamento, ma lo piccona pubblicamente. Guido Crosetto questa mattina lo ha fatto in diretta durante la puntata di Omnibus su La7. Dopo aver appreso la notizia di un ritorno in campo di Berlusconi ha abbandonato lo studio e ha dichiarato:"La decisione di Berlusconi non lascia indifferenti né lascia il Pdl così com'era prima, ma comporta delle decisioni conseguenti. Sicuramente ci saranno berlusconiani contenti decisi ad andare avanti così ma anche altri che dopo ieri sera probabilmente prenderanno un'altra strada".. Lui molto probabilmente, visto il gesto di stamattina, sarà fra questi. Poi invece c'è chi getta acqua sul fuoco sia sul pdl che sul governo. A farlo è Ignazio La Russa che sulla fiducia a Monti dice: "'Oggi non c'è la fiducia, ma la maggioranza c'è ancora. Non saremo noi a mettere in ginocchio il governo dato che c'è la legge di stabilità da fare''. Poi sulla situazione del Pdl invece scarica Alfano: "Abbiamo scelto il capo squadra, adesso manca da scegliere la squadra. È evidente che Alfano non sarà il candidato premier".  Insomma la confusione in queste ore nel pdl regna sovrana. Sarà Berlusconi il candidato premier? E soprattutto con quale partito? Le dichiarazioni pubblice di alcuni deputati e senatori sul voto di oggi sono un segnale preoccupante. Il Pdl non esite più nememno nei voti in parlamento. In via dell'umiltà devono riflettere e alla svelta pure.

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