Tutto è pronto. Monti è in campo. Ha fatto il suo primo comizio ieri sera ed ha chiarito bene un punto importante: le liste. Il Prof porterà con sè Enrico Bondi, Mr Spending Review che come un cane da guardia dovrà ringhiare su ogni candidatura poco ortodossa. Insomma Monti è pronto a tagliare fuori indagati, condannati, prescritti, rinviati a giudizio. Monti vuole gente seria. Toccherà a Bondi esaminare il curriculum di ogni candidato. E allora Pier ferdinando Casini già è preoccupato. Lui il suo bottino lo ha in Sicilia e al sud e quindi dovrà prepararle davvero bene le liste per non restare sotto i colpi di Bondi. Casini finge tranquillità ma puntualizza: "I candidati dell’Udc li sceglierà l’Udc, così come Italia Futura e Fli sceglieranno i propri. Noi ci sottoporremo al vaglio di Bondi sulla base dei criteri che saranno stabiliti dal presidente del Consiglio e saremo lieti di farlo. Sono contento che si sia realizzata questa iniziativa e che si stabiliscano dei criteri non solo di carattere giuridico e giudiziario, ma che si ponga anche il tema del rinnovamento, della selezione e del ricambio della classe dirigente", ha insistito. Insomma le liste le faccio io e Bondi le accetterà. Non è detto. E allora proviamo ad aiutare Casini a capire chi deve già fare fuori per non far ringhiare Bondi. Basta non ripresentare alcuni parlamentari che si è già portato a Montecitorio. Cominciati a liberare di questi - Francesco Bosi, indagato per abuso d'ufficio ed Enzo Carra, condannato in via definitiva a 16 mesi per false dichiarazioni ai pm. Bisognerebbe pure tagliare Lorenzo Cesa, il segretario, condannato in primo grado per corruzione aggravata (condanna annullata in appello per vizio di forma). Di sicuro non si può ripresentare Giuseppe Drago, condannato per peculato e abuso d'ufficio, eletto con l'Udc e poi passato al gruppo misto. Stesso discorso per Calogero Mannino, condannato dalla Corte dei Conti per la nomina di Alfredo meocci a dg della Rai. Mannino è stato eletto con l'Udc ed è poi andato nel gruppo misto. Certamente Bondi non apprezzerà la candidatura di Giuseppe Naro, condannato per abuso d'ufficio e condannato per peculato in primo grado, ora prescritto. Poi c'è uno degli ex fedelissimi, Saverio Romano, indagato per corruzione e poi transitato nel Pid. Sicilia home sweet home - Capito Sicilia. Qui Pierferdy ha il bacino di voti più grande. Qui pesca a piene mani. Alla Sicilia deve tutto. E alle ultime elezioni regionali, dove ha sostenuto Rosario Crocetta, non si è preoccupato di pulire le liste. Lì forse lo spauracchio di Bondi non c'era. E allora ha candidato al consiglio regionale Marco Forzese, indagato nell’inchiesta sulle promozioni facili al comune di Catania, Giuseppe Spata, condannato in primo grado dal Tribunale a un anno di carcere, Nino Dina, vicino a Cuffaro, indagato per concorso esterno a Cosa Nostra. Il suo fascicolo è stato archiviato. Pippo Nicotra, sindaco del comune di Aci Catena poi sciolto per mafia nei primi anni ’90. Cuffaro compare di Casini - Inoltre Mario Monti ed Enrico Bondi fingono di non sapere una cosa: Casini è l'uomo che ha sostenuto con tutte le sue forze l'ex governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro, condannato a sette anni di carcere per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. Casini e Totò andavano d'amore e d'accordo. Pierferdy lo ha candidato alla presidenza della regione per ben due volte. E nonostante la condanna in primo e secondo grado e gli avvisi di garanzia o i rinvii a giudizio, Casini non ha mai mollato la mano di Cuffaro. E così Totò lo portava capolista nel 2004 alle elezioni europee, e capolista in Sicilia per il Senato nel 2006. Nel 2005 arriva addirittura il premio nel partito. Cuffaro viene nominato vice segretario nazionale dell'Udc. Nel 2008 è ancora candidato al Senato sempre grazie a Casini e all'amico Cesa. Dal 24 febbraio 2009 è membro della Commissione di Vigilanza Rai. Casini ha detto di lui: "E' un perseguitato politico". Cosa poteva dire visto che Cuffaro e i cuffariani erano e sono in pratica il bottino elettorale dell'Udc. Il Professore questo deve saperlo. Lui, Casini, si ripropone con un nuovo look come se quel Pierferdy che sosteneva tutti i nomi sopra elencati e quello di Cuffaro non fosse lo stesso che oggi come un angelo sta alla corte di Monti. Bondi sa quello che deve fare. Ma lo farà?