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Riforme, minoranza Pd: "Va ridotto il numero dei deputati"

Ignazio Stagno
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"Non solo i senatori, dobbiamo tagliare anche i deputati". La fonda dem che vuole impedire il processo di riforme istituzionali avviato da Renzi e Berlusconi ha trovato un altro cavallo di battaglia in Montecitorio. Lunedì pomeriggio in commissione Affari Costituzionali parte la prima votazione per la riforma del Senato. Proprio in quella occasione il la minoranza Pd proverà a sganciare una "bomba atomica" (così la chiamano i ribelli dem) sulle riforme. Si tratta dell'emendamento 1.011 - firmato da Doris Lo Moro, Miguel Gotor, Francesco Russo, Maurizio Migliavacca, Giorgio Pagliari e altri 22 colleghi del Pd - che propone la modifica dell'articolo 56 della Costituzione per ridurre i deputati da 630 a 500 (più 8 eletti all'estero). Il governo ha già monitorato il pericolo e probabilmente, visto che l'emendamento Lo Moro potrebbe essere messo in votazione già lunedì pomeriggio, si accinge a chiederne l'accantonamento. Sperando poi che nella riunione del Pd di martedì nessuno intenda mettere ai voti il tema riduzione del numero dei parlamentari. Lo sgambetto alle riforme preparato dai "27 di aria riformista", la'ala dissidente del Pd crea comunque una certa agitazione nel governo e nella maggioranza. La "bomba atomica" - La mossa, quella di ridurre il numero dei parlamentari è molto delicata. Innanzitutto è una sorta di vendetta dei senatori sui colleghi deputati, ma anche un'altra chiave di lettura. Il bilanciamento dei numeri tra Camera e Senato, infatti,è determinate per equilibrare i giochi sul plenum in seduta comune del Parlamento che elegge il capo dello Stato. Gotor , Migliavacca e la stessa capogruppo Lo Moro hanno le idee chiare: a un solo partito, infatti, basterebbe vincere il premio di maggioranza alla Camera e controllare il 33% del Senato per eleggere da solo il presidente della Repubblica. "Poi c'è anche la variante russa - insiste da giorni Gotor - col premier che si fa eleggere capo dello Stato dalla Camera, che controlla grazie al premio di maggioranza, e dal mini Senato". Insomma la settimana che sta per aprirsi sarà un calvari per Pd, governo e maggioranza. Le riforme sono in bilico e ora Renzi trema...  

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