Laura Boldrini e il vademecum per i mestieri declinati al femminile
Continua la battaglia sessista sulla lingua italiana di Laura Boldrini. La presidente della Camera rivendica quel "la" dietro "presidente", "ministro" "assessore" e ora porta a Montecitorio un vademecum presentato da Cecilia Robustelli, docente di linguistica italiana all'Università di Modena dal titolo "Donne, grammatica e media". Insomma la Boldrini ora cerca sponde in ambienti accademici per la sua battaglia che tinge di rosa la lingua italiana. La giudice, la sindaca, la ministra, l'ingegnera, la chirurga, l'architetta e persino la prefetta. Sono tutte maniere corrette per declinare i mestieri al femminile, almeno secondo la Professoressa Robustelli. Da quando la Boldrini è arrivata a Montecitorio si è aperto il dibattito sul femminile di alcune professioni tradizionalmente maschili, soprattutto quando si entra nella politica. Ma il vademecum che tanto piace alla Boldrini non fa impazzire ad esempio "il ministro" Boschi. Il "no" della Boschi - La responsabile del dicastero delle Riforme ha chiarito che preferisce essere chiamata "ministro" ma se qualche giornalista preferisce "ministra" non ne farà una tragedia, mentre Susanna Camusso vuole il termine "segretario". Altre invece pretendono il femminile: è il caso dell'assessora milanese Chiara Bisconti che pretende di essere chiamata così e non "assessore". Ma la Boldrini prosegue la sua battaglia. Così questa mattina ha voluto dedicare parte del suo tempo alla presentazione del volumetto: "Il problema non è che sia 'cacofonico' dirlo al femminile. In realtà non si vuole assorbire il concetto che se un mestiere è fatto da un uomo si declina al maschile, se è fatto da una donna si declina al femminile". La "maestrina" - Per la Boldrini l'uso del linguaggio "è "una scelta politica": "Non trovo giusto che donne che svolgono un ruolo, di vertice o no, non debbano avere un riconoscimento di genere, perchè è il segno che vengono considerate delle 'comete': passeranno, tutto tornerà come prima, tutto tornerà al maschile". Insomma "la" presidente ora vuole insegnarci pure l'italiano...