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I sindaci di Forza Italia spingono per le primarie nazionali. Tajani: "Basta dire sempre sì a Renzi"

Nicoletta Orlandi Posti
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Primarie nazionali e meritocrazia interna, per la selezione di una nuova classe dirigente e il rilancio del partito e del centrodestra. Lo hanno chiesto con forza i sindaci di Forza Italia (Perugia, Lecce, Teramo, Latina, Chieti, Frosinone), oltre che da giovani dirigenti e amministratori locali, che sono intervenuti oggi ad Ascoli Piceno ad una convention alla quale hanno partecipato Giovanni Toti, Antonio Tajani, Alessandro Cattaneo, Guido Castelli. Dal confronto è emersa una dura critica alla gestione del partito da parte dei dirigenti nazionali negli ultimi anni. «La sconfitta elettorale alle europee con il partito sceso al 17% dei consensi ci farà solo bene - ha detto in particolare il sindaco di Perugia Andrea Domizi - perchè da troppo tempo in Forza Italia si recitava una pantomima che ci ha solo allontanato dalla gente e dai cittadini. Occorre ripartire dalla base e dalle capacità degli amministratori locali che spesso sono stati emarginati, e premiare il merito per andare verso un cambiamento». Dal canto suo Giovanni Toti ha promesso che «bisognerà aprire una riflessione, confrontandosi con tutte le critiche costruttive esistenti» e che comunque «nel partito non ci saranno più metodi selettivi verticistici». Tener testa a Renzi - Da parte sua Tajani ha esortato i vertici azzurri a tirare fuori la grinta nei confronti del Pd. «Forza Italia è il principale partito di opposizione nel parlamento italiano e non può sempre dire che tutto va bene», ha tuonato l'eurodeputato. «Renzi e il Pd sono gli interlocutori per fare le riforme, e quindi sono utili per definire un campo da gioco comune: ma noi siamo alternativi a loro e a tutta la sinistra, e poi faremo la nostro squadra e giocheremo la nostra partita». E ancora: «L'Europa non ha regalato nulla a Renzi al contrario di quanto si dice - ha detto Tajani - e gli incontri recenti non sono stati una marcia trionfale. L'Italia deve ripartire da Bruxelles per cambiare strada, e il centrodestra deve costruire una nuova grande coalizione per tornare a vincere nel Paese, con la competenza e le idee degli amministratori locali e abbandonando i personalismi».

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