Forza Italia, ecco chi deve dei soldi a Silvio Berlusconi e chi invece ha pagato
La questione per molti deputati e senatori di Forza Italia è diventata «di principio». Perché l'allarme rosso del Cavaliere sulla salute delle casse del suo partito, l'arrabbiatura per quel «rischio concreto» che questo possa essere il suo «primo fallimento» potrebbe costare loro qualche decina di migliaia di euro. «Il quaranta per cento di voi non ha versato contributi al partito e io, con le nuove norme, non posso più metterci un euro», li ha ammoniti. All'avvertimento ha fatto seguito la minaccia presidenziale di far firmare a ciascuno degli eletti una (nuova) fideiussione di 40 o 50 mila euro per tappare il buco che, ormai, ha le dimensioni di una voragine. Ma chi sono i parlamentari che hanno pagato e - di conseguenza - quelli che non l'hanno fatto? La maggioranza dei rappresentanti azzurri ha versato al partito quanto pattuito, cioè venticinquemila euro come contributo alla campagna elettorale del 2013 e ottocento euro al mese (9600 euro l'anno) per finanziarne le attività, qualcuno è stato più generoso, altri meno. Qualcuno proprio non compare. L'elenco dei finanziatori del partito, compreso i parlamentari, è incluso nel bilancio, anzi nei due bilanci: quello del Popolo delle libertà e, da dicembre 2013, quello di Forza Italia. Entrambi sono stati redatti e pubblicati, ma la neo tesoriera Maria Rosaria Rossi, che è anche capo segreteria del Cavaliere, ha scelto di non allegare i nomi e i cognomi. Un elenco parallelo, però, esiste: la legge per la trasparenza impone che ciascuna formazione politica comunichi alla Camera dei deputati i suoi finanziatori attraverso le «dichiarazioni ex L. 659/81». Ecco, dunque, chi tra i dirigenti ex pidiellini ha pagato e quanto nel primo anno di legislatura, da febbraio 2013 al febbraio 2014. Con due piccole avvertenze: i dati disponibili risalgono all'aprile scorso. È possibile che qualcuno, dopo la rampogna, si sia messo in regola. Inoltre, accanto alle «persone fisiche», nell'elenco è possibile trovare alcune imprese, esercizi o attività: è possibile che alcuni parlamentari abbiano preferito far passare il loro contributo da lì. Inutile dire che il contribuente più generoso è stato Silvio Berlusconi: nel periodo indicato l'ex premier ha versato 2 milioni e 800 mila euro al Popolo delle libertà e, solo qualche mese fa, la bellezza di quindici milioni di euro a Forza Italia. Sotto di lui, nell'elencone ci sono molti dei volti più noti tra gli azzurri. Michaela Biancofiore, per esempio, ha versato al partito 58.600 euro. Dietro di lei tra i più generosi c'è l'ex consigliere diplomatico del Cavaliere, viceministro degli Esteri nel governo di Enrico Letta, Bruno Archi. Nel 2013 il diplomatico ha versato al partito che l'ha eletto in Parlamento - in più soluzioni - quasi 57mila euro. Quasi quarantacinque mila euro li ha versati l'ex sottosegretario Giacomo Caliendo, quasi quarantaseimila il deputato Gregorio Fontana. Sopra la media anche il senatore Sante Zuffada, medico veterinario originario del Lodigiano, alla sua prima legislatura, che ha girato al Pdl quarantamila euro. La «moda statistica» è di trentaquattromila seicento euro: venticinquemila sono contributo una tantum per la campagna elettorale, i restanti 9600 euro la moltiplicazione per 12 degli ottocento euro mensili richiesti da Forza Italia per il «supporto all'attività parlamentare». Tanto era stato pattuito dagli ex coordinatori pidiellini Sandro Bondi e Denis Verdini con tutti i candidati prima del voto del 2013. Chi li ha versati è dunque perfettamente in regola. Tra questi ci sono - in rigoroso ordine alfabetico - Bruno Alicata, la portavoce del partito Deborah Bergamini, Annagrazia Calabria, Mara Carfagna, Elena Centemero, Salvatore Cicu, Monica Faenzi, Paolo Galimberti, Mariastella Gelmini, Niccolò Ghedini, Giuseppe Galati, Altero Matteoli, Giovanni Mottola, Paolo Romani, Stefania Prestigiacomo, Elvira Savino ed Elio Vito. Qualche centinaio di euro in meno hanno versato il vicepresidente della Camera Simone Baldelli, Annamaria Bernini, Sandro Bondi, Donato Bruno, Salvatore Cicu, Lucio Malan, Andrea Mandelli, Antonio Palmieri, Giovanna Petrenga, Manuela Repetti, la coordinatrice regionale della Calabria Jole Santelli, Francesco Paolo Sisto. Il leader dei “lealisti” e neo-europarlamentare Raffaele Fitto, invece, ha staccato nel 2013 un solo assegno di 25 mila euro. Lo stesso hanno fatto Giancarlo Galan, l'ex sottosegretario e responsabile fund raising Daniela Santanchè, Bernabò Bocca, Rocco Palese e Luigi Perrone. Nell'elenco dei contributors ci sono anche due europarlamentari (uscenti e riconfermate a maggio): Lara Comi e Barbara Matera hanno versato rispettivamente 7000 e 5500 euro. Qui accanto c'è l'elenco integrale, così come è stato consegnato agli uffici di Montecitorio. Qualcuno dei parlamentari potrebbe essersi messo in regola successivamente, con qualche mese di ritardo, ovviamente. Qualcun altro, invece, avere provveduto a «compensare» le spese effettuate per il partito con la cifra da versare. La stessa tesoriera e capo segreteria del Cavaliere Maria Rosaria Rossi, per esempio, risulta avere versato ottomila ottocento euro. Verdini, per citare un altro, non risulta tra i contribuenti. Il documento contabile del Pdl nasconde una sorpresa. Nonostante tutto, al di là delle dure accuse che ha più volte lanciato contro gli ex colleghi di partito da quando è leader del Ncd, Angelino Alfano ha continuato anche dopo la scissione col versamento della sua quota al Pdl. L'ultimo è stato registrato solamente il 20 marzo scorso: 8000 euro. di Paolo Emilio Russo