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Pd, i dissidenti contro Renzi: "La riforma del Senato non la votiamo"

Ignazio Stagno
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Dopo l'appello di Renzi ai parlamentari Pd sul fronte delle riforme, la fronda dem prepara l'imboscata per il premier. Oggi riprende in Aula la discussione generale sul provvedimento. La pioggia di emendamenti presentati (oltre settemila) non spaventa il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, che assicura: "Il treno corre, a ore si comincerà a votare in Aula". In realtà l'inizio delle votazioni potrebbe slittare a lunedì. Intanto i dissidenti democratici sono pronti per affossare il testo voluto da Renzi e nato dal Patto del nazareno col Cav.  I dissidenti - Ieri sera i gruppi e i senatori singolarmente hanno depositato le loro proposte di modifica al testo uscito dalla commissione. Strategia ostruzionistica da parte delle opposizioni: i settemila emendamenti presentati dovranno ora passare il vaglio di ammissibilità. La grande maggioranza degli emedamenti è stata presentata da Sel (circa seimila), un altro migliaio dai dissidenti di Fi e Gal. Sono invece 60 le proposte di modifica da parte dei 'dissidenti' Pd capeggiati da Vannino Chiti e Felice Casson. Proprio Chiti oggi in Aula ha ribadito il suo dissenso: "Non esiste una democrazia senza cittadini. Compito nostro dovrebbe essere non chiuderla in piccole stanze di addetti ai lavori" e ha aggiunto: "Penso che ognuno di noi debba rispondere alle proprie convinzioni e alla propria coscienza almeno sui temi che riguardano la Costituzione". La minaccia - Anche Corradino Mineo, il leader dei contestatori ha confermato che voterà per il Senato elettivo. Intanto domani è previsto l'incontro tra il Pd e una delegazione Cinquestelle, dopo che ieri Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e i capigruppo pentastellati avevano risposto alla lettera di Matteo Renzi con una apertura di massima. Ma oggi Beppe Grillo torna a tuonare dal blog: "Dittatura a norma di legge" è il titolo di un post che riprende l'intervento in Aula del senatore M5S Carlo Martelli contro il provvedimento sulle riforme. Nel post si contestano le frasi del premier che aveva parlato di "Parlamento ostacolo delle riforme". Insomma sulla via delle riforme la strada è ancora lunga...  

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