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Silvio Berlusconi, la telefonata ad Alfano: "Ora basta con le liti, federiamo il centrodestra"

Nicoletta Orlandi Posti
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"Non era stata una condanna a separarci e non può essere l'assoluzione a unirci. Nessuna marcia indietro è immaginabile da parte nostra". Il ministro dell'Interno e leader di Ncd Angelino Alfano domenica, con una intervista al Messaggero, aveva escluso una possibile 'reunion' con Forza Italia dopo l'assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo sul caso Ruby pur auspicando una consulta dei moderati subito dopo l'estate. Il Cavaliere ha letto l'intervista di prima mattina, ma ha atteso le otto di sera prima di chiedere al centralinista di Arcore di chiamargli Angelino. Erano mesi che non si sentivano e il nome dell'ex delfino era finita nella lunghissima lista di "telefonate in entrata" a cui Berlusconi non aveva risposto. L'appuntamento - Cosa si sono detti lo racconta Tommaso Labate sul Corriere della Sera. "Angelino adesso è arrivato l'ora di smetterla di litigare. Gli italiani sono stanchi di tutto questo. Dobbiamo metterci a lavorare per riunificare il centro destra", avrebbe detto il Cav ad Alfano. Che a sua volta avrebbe risposto: "Presidente, l'affetto da pate nostra nei suoi confronti è immutato. E la sua assoluzione chiude anni di sofferenza che io, per esserle stato vicino, conosco benissimo". I due si sono salutati dandosi appuntamento a pranzo uno dei prossimi giorni. Lavori in corso - E' questo il primo mattone del cantiere della ricomposizione del centro destra. Il piano di Berlusconi è quello di una "federazione di partiti" di cui Forza Italia e Nuovo Centrodestra dovrebbero essere il motore, ma che includerebbe anche Fratelli d'Italia e Lega, nonostante il no di Salvini. La road map pare sia stata già abbozzata e prevederebbe, secondo il retroscena del Corsera, una consulta dei partiti, la stesura di una dichiarazione d'intenti, l'abbozzo di un programma e la certificazione che ci saranno le primarie di coalizione per scegliere il candidato premier. Non ci sarà invece la clausula dell'uscita dal governo. "Se Angelino rimane al governo noi adesso siamo molto più contenti", si sarebbe confidato Giovanni Toti con un amico. "Al contrario se Ncd si staccasse dalla maggioranza renziana saremmo nei guai". Anche perché significherebbe andare subito alle urne e i sondaggi ancora premiano il Pd di Renzi. Le reazioni - Dopo la telefonata tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano sono iniziate le prove tecniche di dialogo tra Forza Italia e Nuovo centrodestra, in vista di un confronto più ampio dopo l'estate con l'obiettivo di testare possibili nuove alleanze per le regionali di marzo. "Per dialogare -dice il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, intervistato dal Corriere della Sera- bisogna che Forza Italia abbandoni le posizioni estremiste. Noi non intendiamo 'tornare a casa' o peggio 'tornare all'ovile' ma costruire una nuova grande coalizione popolare di centrodestra e Toti deve dirci se sta con gli estremismi della Lega e con alcuni del suo partito". L'obiettivo potrebbe essere rappresentato dalle le elezioni regionali di marzo: "Mi auguro che entro allora, ma nulla è scontato, avremo trovato la strada per costruire un'area e una proposta politica e programmatica fortemente alternativa a Matteo Renzi", spiega Lupi. Il consigliere - "È evidente -riflette Giovanni Toti in una intervista al Messaggero- che oggi, tra le forze del centrodestra ci siano divergenze di vedute. Ncd appoggia il governo. Forza Italia appoggia le riforme istituzionali e dialoga su quanto di buono si può fare per l'Italia. Ma il confronto può tornare produttivo all'interno di una federazione di forze che si considerano, o almeno proclamano, alternative al centrosinistra alla guida del Paese. Alfano dice proprio questo e questo è l'obiettivo anche nostro. Alla fine di un percorso che, per quanto ci riguarda, può cominciare fin da subito. Con una Consulta del centrodestra, una sorta di Stati Generali dei moderati italiani, da tenersi dopo l'estate. Gli elettori moderati, per tornare a vincere, ci chiedono di trovare una piattaforma comune", conclude Toti.

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