Forza Italia, i 35 parlamentari che stanno con Fitto
Il malcontento dei "vecchi notabili" che si sentono messi da parte. Lo scalpitare dei più giovani, come Raffaele Fitto, che ogni giorno che passa vedono come il fumo negli occhi una collaborazione con Renzi sulle riforme che, almeno nei sondaggi, non sta certo premiando Forza Italia. I centristi che lavorano per aggregare una coalizione "alternativa" all'Ncd di Alfano per attirare Berlusconi verso la maggioranza di governo. Forza Italia è un pentolone che ribolle sotto il coperchio del suo storico leader, il quale prosegue sulla strada della fedeltà al Patto del Nazareno. Oggi, gran parte del partito che conta si è ritrovata a Perugia per il convegno azzurro "L'Europa che vogliamo". Il Cavaliere, essendo bloccato ad Arcore dalle restrizioni legate alla sua condanna, è intervenuto telefonicamente per ribadire che il partito è unito e che presto tornerà protagonista sulla scena politica italiana. Ovvio che il messaggio inviato in Umbria non corrisponda alla realtà. Il partito, diviso lo è eccome. Ma il suo leader pare guardare altrove, tra voci che si rincorrono addirittura sull'ipotesi di un futuro partito con Matteo Renzi che porrebbe fine alle faide interne tanto al Pd quanto a FI. Scenari futuristici o chissà addiruttura fantapolitici. Quel che è certo, oggi, è che all'interno di FI la compagine più agguerrita e più organizzata è sicuramente quella guidata dall'ex ministro ed ex governatore della Puglia Raffaele Fitto, che chiede un'opposizione più rigida o magari le primarie invece dei congressi per indicare i futuri dirigenti sul territorio. Le sue truppe in Puglia, Campania e Sicilia vantano numeri importanti., sia in vista delle ormai imminenti tornate di elezioni amministrative sia in vista degli appuntamenti congressuali del partito previsti entro la fine dell'anno. Nei prossimi giorni (entro il 12 ottobre) si riuniranno in un'assemblea pubblica in un teatro romano che coinvolgerà almeno 35 parlamentari (18 deputati e, soprattutto, 17 senatori), così da dare un segnale chiaro del malcontento.