Silvio Berlusconi: "Renzi vuole andare al voto, ma non farà patti con Grillo. I miei dolori: l'occhio e i carabinieri a casa"
Stanco nel fisico, combattivo nel morale e ancora pronto a lottare per un ruolo centrale nella politica italiana. Il Silvio Berlusconi che emerge dall'intervista concessa a Michele Brambilla sulla Stampa è tutt'altro che un leader al tramonto. Anche perché c'è da guidare una battaglia cruciale, quella sulla legge elettorale. Matteo Renzi, secondo molti, starebbe cercando di fregarlo. "Lui vuole andare a elezioni, il Patto del Nazareno scricchiola perché lo vuole lui - attacca il Cavaliere -. Ma non credo che Renzi e Grillo si alleeranno, perderebbero la faccia, non converrebbe a nessuno dei due". La statuetta del Duomo e i carabinieri a casa - Dal punto di vista personale, pesano i dolori vecchi e recenti: "L'occhio mi fa tribolare - spiega il leader di Forza Italia -, per la statuetta che mi tirarono quella sera in piazza Duomo (quella scagliata da Massimo Tartaglia a Milano, la sera del 13 dicembre 2009, ndr). Mi fa ancora male. Ho rischiato di perdere un occhio, sul quale bisogna intervenire continuamente. Ma mi fa male anche nell'animo. Quell'uomo non era matto, eppure non ha pagato nulla". L'altro dolore, fortissimo e attuale, è quello della condanna ai servizi sociali e l'applicazione retroattiva della legge Severino che lo ha escluso dal Senato, mentre il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, pure lui sospeso, è stato riabilitato dal Tar. "Alle undici di sera i carabinieri vengono a controllare se sono in casa", rivela un amareggiato Berlusconi. "Maggioranza abusiva, brogli alle urne" - Quando si parla di politica, però, il Cav torna agguerrito, decisamente meno crepuscolare. Prova a smentire le voci che lo vorrebbero alleato occulto di Renzi non solo sulle riforme, e al premier e al suo governo rifila giudizi durissimi. "Non siamo in un sistema democratico. La maggioranza di sinistra è frutto anche di brogli alle urne. Gran parte dei deputati sono stati eletti con una legge elettorale dichiarata incostituzionale". E poi l'affondo contro Angelino Alfano e i suoi "traditori": "Al Senato si governa con 32 cittadini che erano stati eletti per opporsi alla sinistra e che ora, invece, sostengono la sinistra". Una situazione, la definisce Berlusconi, "assolutamente anomala". "Non vogliamo rompere il Patto del Nazareno" - Sul futuro della legge elettorale, però, il Cav è più cauto. A chi gli preconizza una "fregatura", oppone una previsione strategica: "Non vedo da parte di Renzi un attacco a me. Mi ha chiesto di cambiare gli accordi per la decima volta, vuole introdurre una variante (il premio alla lista e non alla coalizione, ndr) che favorirebbe lui e penalizzerebbe il centrodestra". Alla base della tattica renziana ci sarebbe un progetto preciso: "Tutta questa di voler far passare la legge elettorale prima di cose più urgenti come provvedimenti su lavoro ed economia" è legata "alla volontà di andare votare al più presto". Insomma, se il Patto del Nazareno scricchiola "non è per una nostra inadempienza". Alla fine, però, lascia intendere Berlusconi, riuscirà a ridurre Renzi a più miti consigli: "Un patto tra Renzi e Grillo non converrebbe a nessuno dei due, lo pagherebbero caro alle urne".