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Italicum, accordo tra Berlusconi e Renzi sul premio di maggioranza, scontro sullo sbarramento

Ignazio Stagno
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E' durato circa un'ora e mezza l'incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Durante il vertice il Cav e il premier hanno parlato della nuova legge elettorale e e soprattutto delle nuove soglie di sbarramento. L'accordo su cui punta Forza Italia sarebbe per una soglia al 4 per cento. Un compromesso tra il tre per cento che aveva concordato Renzi durante il vertice di maggioranza con Angelino Alfano e l'8 chiesto da Silvio Berlusconi. Al vertice erano presenti anche Denis Verdini, da sempre mediatore tra Cav e Renzi, e Gianni Letta. L'attesa per il vertice è stata turbolenta sia dentro Forza Italia che dentro il Pd. A quanto pare proprio sulel soglie di sbarramento, il nodo più importante da sciogliere non ci sarebbe stato un accordo. Un'intesa invece è stata raggiunta sulla soglia per ottenere il premio di maggioranza che è stata fissata al 40 per cento. Cosa cambia - Inoltre nella nuova legge elettorale sono previsti 100 collegi e capilista bloccati. Insomma il braccio di ferro più duro tra Renzi e Cav sulle soglie di sbarramento che di fatto decidono le sorti dei piccoli partiti prosegue. Tra Pd e Fi c'è la "comune volontà di alzare al 40% la soglia dell'Italicum, e dall'introduzione delle preferenze dopo il capolista bloccato nei 100 collegi" ma rimangono "le differenze registrate sulla attribuzione del premio di maggioranza alla lista, anziché alla coalizione", si legge nel comunicato. Scontro sulle soglie - "Nella riforma elettorale tutto si tiene. Il premio alla lista già garantisce governabilità e ha come corollario la minima soglia tecnica del 3% per garantire anche la rappresentatività. Soluzioni bastarde, che coniugano premio alla lista e soglia alta di ingresso, corrispondono solo alla speranza di eliminare scomodi concorrenti e non realizzano quel giusto equilibrio di principi che fa durare nel tempo la legge elettorale", ha dichiarato in una nota il capogruppo al Senato del Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi. Assieme a lui, anche Angelino Alfano, leader di Ncd ed esponente del governo Renzi, che sulla Stampa definisce quel 3% "il punto di equilibrio giusto" e che si augura che "da parte di Forza Italia non ci sia una risposta negativa" perché "pensare di costruire il centrodestra non per convinzione ma per costrizione e paura sarebbe un errore clamoroso". E a quanto pare il premier non ha intenzione di rompere i patti con Alfano. Ma sulla riforma elettorale Renzi e Berlusconi assicurano che "l'impianto dell'accordo è oggi più solido che mai. «Le differenze registrate sulla soglia minima di ingresso e sulla attribuzione del premio di maggioranza alla lista, anziché alla coalizione, non impediscono di considerare positivo il lavoro fin qui svolto e di concludere i lavori in Aula al Senato dell'Italicum entro il mese di dicembre e della riforma costituzionale entro gennaio 2015". 

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