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Toto-Quirinale: ecco tutti i nomi possibili, tra sorprese e conferme

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michele deroma
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Oggi il Fatto Quotidiano pubblica l'intervista a Domenico, il figlio Riccardo Muti che raccont adi una telefonata di Renzi a suo padre. Ma quello del direttore d'orchestra è  solo uno dei tanti nomi usciti nel toto-Quirinale: la grande corsa verso il Colle (date per scontate le dimissioni di Giorgio Napolitano) è partita. Al momento, non ci sono certezze: solo nomi e indiscrezioni. La regola, non scritta ma valida da decenni, è il rischio "bruciatura" per i nomi al centro dell'attenzione e favoriti: a salire al Quirinale sono sempre nomi meno chiacchierati. Un po' come il famoso detto "Chi entra papa in conclave, esce cardinale". Mario Draghi - Diversi nomi sche circolano: il migliore a suo parere sarebbe Mario Draghi, presidente della Bce. Una personalità importante, che converrebbe a Matteo Renzi: se si trovasse in difficoltà nel 2015, il premier potrebbe ritrovarsi lo stesso Draghi a Palazzo Chigi, invocato come "salvatore della patria". In ogni caso, secondo le indiscrezioni, Draghi potrebbe accettare la carica se si formasse a suo favore una maggioranza plebiscitaria. Altri nomi in lizza - Vengono giudicate "improbabili" le candidature di Massimo D'Alema, Laura Boldrini e Romano Prodi, mentre di Giuliano Amato, Folli non esclude la possibilità che sia stato buttato nella mischia da Berlusconi "solo per far capire che nella trattativa vuole esserci": secondo Folli "non ce la farà". Più probabilità per Walter Veltroni, anche se su di lui il Pd "non è compatto", mentre Gianni Letta sarebbe "l'unico presidente disponibile a concedere a Berlusconi la grazia". "Improbabile, ma non impossibile" il nome di Anna Finocchiaro: non manca Piero Grasso, che in qualità di presidente del Senato sostituirà Napolitano in attesa della nuova elezione: Grasso è giudicato "la candidatura più valida sotto il profilo istituzionale. Possibile". Tra candidature "fantastiche" e possibilità-donne - Secondo Folli, sono tre i candidati "fantastici": Stefano Rodotà, Sabino Cassese e Sergio Romano. Dei tre, quest'ultimo è l'unico giudicato lontanamente possibile, nel caso "la lotta non abbia vie d'uscita": "potrebbe essere il guru da insediare, non scontenterebbe nessuno e rappresenterebbe una garanzia di equidistanza per tutti". Rodotà "è già stato bruciato nel 2013", mentre Cassese, lanciato da Giuliano Ferrara, "è un candidato prestigioso, e tuttora è in un angolo, in attesa". Altri tre nomi possibili, in caso di elezione bloccata, sono Claudio Magris, Pierferdinando Casini e Paolo Gentiloni: solo Casini, secondo Folli, avrebbe una minima probabilità, perché "sa sempre posizionarsi, istituzionalmente". Tra le donne, vengono nominate Roberta Pinotti ed Emma Bonino: quest'ultima candidatura è giudicata "faticosissimamente possibile": nel caso di una prima femminile al Quirinale, quello della Bonino sembra il nome favorito.

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