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Il consiglio di Giuliano Ferrara a Silvio Berlusconi: "Per vincere come David Cameron serve una nuova squadra e politiche coraggiose"

Giovanni Ruggiero
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Squadra che vince non si cambia, o almeno non del tutto. È stato questo uno dei dettagli che ha permesso a David Cameron di stravincere le elezioni in Inghilterra, assolvendolo dall'obbligo di dover cercare alleanze forzate e penalizzanti. Il percorso del leader conservatore fino alla vittoria può dare una lezione preziosa al centrodestra italiano, apparentemente in crisi cronica. Giuliano Ferrara sul Foglio indica a Silvio Berlusconi un primo passo quasi obbligato per uscire dall'empasse. Un consiglio non nuovo, ma ora più che mai tornato attuale. "trovare un nucleo di classe dirigente, che in parte ha già in casa - scrive Ferrara - capace di emulare Renzi sul piano del governo del paese e delle politiche di rilancio dopo la crisi". Ferrara da tempo insiste sulle affinità estetiche e comportamentali tra il segretario del Pd e il leader di Forza Italia, il che deve insegnare al centrodestra non ad affrontare l'attuale premier come: "il nemico assoluto" ma come "l'emulatore e il competitore di Berlusconi da sempre". Senza paura - Essere Cameron in Italia non può essere da tutti. Nel nostro Paese non sarebbe semplice trovare un politico disposto a inviatare giovani e disoccupati a: "A prende la bicicletta e a cercare lavoro" come ha fatto il ministro degli Esteri inglese William Hague nel 2012, che in realtà voleva dire, ha confessato più in là: "Salite su un aereo e studiate all'estero, andate e vendete merci all'estero, la bicicletta è troppo poco". Ferrara ricorda anche gli scontri a Londra dell'estate 2011, letti da tanti come la reazione di disperati contro le politiche di austerity di Cameron, sottovalutando la criminalità delle periferie londinesi che proprio durante quegli scontri si era concentrata nel centro della City: una buona metà dei quasi 4 mila arrestati è tornato a delinquere dopo il rilascio della polizia o la fine della pena, erano criminali quindi, non proprio disperati in cerca di pane. La via inglese - Dopo cinque anni di Cameron, l'Inghilterra ha dimezzato il deficit da 10 a 5%, lo scorso anno il Pil è salito del 2,6% e la disoccupazione è al 5,5%. E ora da sinistra qualcuno si ricrede e non parla più di austerità. Il numero uno dei Tories ci è riuscito riducendo gradualmente la spesa pubblica e spingendo su una politica monetaria espansiva, mentre riduceva le tasse sui redditi dei cittadini e aziende. Cameron è andato controcorrente, mentre in Europa tutti tappavano le falle della crisi fiscale.

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