I Repubblicani: "Se Berlusconi ci ruba il nome gli facciamo causa"
Appare accidentatat assai la strada verso il partito repubblicano, con cui Silvio Berlusconi vorrenne sostituire Forza Italia. E non solo per l'estrema frammentazione del partito azzurro e l'inevitabile dentro e fuori che il passaggio dal vecchio al nuovo soggetto politico. C'è anche il nome, a essere un problema. Un problema che un uomo d'affari come il Cavaliere avrebbe dovuto considerare prima di ipotizzare il nome del suo nuovo partito. Di "Partito repubblicano ce n'è infatti già un altro. "Il" Partito repubblicano che esiste dal 1895 e che nel dopoguerra del '900 ha legato il suo nome a esponenti del calibro dei due La Malfa (padre e figlio) e Spadolini. E che oggi fa capo a Francesco Nucara. Il quale in una intervista al quotidiano Il Tempo lancia un avvertimento al leader di Forza Italia: "Il nostro simbolo non è vendibile, né qualcuno lo può acquistare. Esiste dal 1895". Certo, oggi è scomparso dal Parlamento e sopravvive solo nell'attivismo a livello locale. Ma Nucara è chiaro: "Al momento il problema non si pone. Adesso lui può dire ciò che vuole. Ma se, un domani, dovessero essere depositati in vista delle elezioni due simboli del partito repubblicano, il ministero dell' Interno non concederebbe mai una cosa del genere. Anche se, mettiamo il caso, Berlusconi togliesse l' edera nel simbolo e lasciasse solo il nome, comunque ci sarebbe il rischio di confondere gli elettori. Pensi che qualche anno fa, alcuni fuoriusciti dal partito si presentarono con un' altra denominazione, Repubblicani Europei, e nel simbolo disegnarono più di una foglia d' edera. Facemmo causa, e la vincemmo noi. Nel progetto del Cav c'è l' intenzione di creare una coesione di forze alternative alla sinistra. Ma i Repubblicani non sanno ancora da che parte stare: "Di sicuro, con l' attuale legge elettorale, bisogna scegliere da che parte stare. O con Renzi, o con Berlusconi. Potremmo prendere la decisione con un congresso interno".