Laura Boldrini, piano di accoglienza Ue: "20mila immigrati, una cifra bassa"
A Laura Boldrini non basta mai. La presidente della Camera, intervistata su Radio1 durante il programma Voci del Mattino, ha dichiarato che le quote di accoglienza per gli immigrati stabilite ieri, giovedì 13 maggio, dall'Unione europea sono troppo basse. Insomma, vorrebbe ospitarne di più. Lady Montecitorio forse ignora che l'Italia ha già la terza quota più alta in Europa per la redistribuzione dei migranti già presenti nel Continente, e forse ignora anche il fatto che nel nostro paese presto arriveranno circa 2000 rifugiati che attualmente risiedono in campi profughi all'estero. La paladina dell'umanità – “La quota di rifugiati da accogliere è di circa 20 mila persone – ha detto la Boldrini - da dividere su 28 Stati. Una cifra molto bassa, soprattutto se si pensa che in tutto il mondo i rifugiati sono 50 milioni, che l'85% di essi è ospitato dai Paesi del sud del mondo. All'Europa sembrano cifre considerevoli ma non lo sono”. Fedele alla sua vocazione a farsi carico dei problemi dell'umanità, la Boldrini non tradisce sé stessa. Moralmente lodevole, certo, se non fosse che però ci sono già problemi a convincere tutti gli stati membri a partecipare alla redistribuzione. C'è chi dice no – Da par loro, hanno già detto che non accoglieranno altri immigrati la Gran Bretagna, la Danimarca e l'Irlanda. I tra Paesi fanno leva su delle clausole previste dal trattato di associazione. Ma anche la Repubblica Ceca e la Slovacchia, pur non potendo favorire dello stesso cavillo, si sono già tirate fuori rifiutando la ricollocazione dei migranti. Ma forse la Boldrini non sa neanche questo, visto che sempre a Radio1 ha voluto “sottolineare la solidarietà dimostrata verso gli Stati extracomunitari e anche fra gli stessi Stati comunitari. È passato il concetto della suddivisione degli oneri fra gli stati europei sul tema dei rifugiati”. Tutto il contrario di quello che ha detto il ministro dell'Interno britannico, Theresa May, secondo cui la Gran Bretagna non accoglierà un solo profugo in più e “l'Ue dovrebbe lavorare per stabilire dei siti di accoglienza sicuri in Africa del Nord, con un programma attivo di ritorno”.