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Marò, la rabbia di Matteo Salvini: "Con me e Silvio Berlusconi al governo i militari sarebbero già a casa"

Giovanni Ruggiero
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Matte Salvini è sconcertato e infuriato dopo la sentenza del Tribunale del Mare sulla vicenda dei due marò italiani, condannati per altri due anni a rimanere in India (Salvatore Girone è ancora a New Delhi, Massimiliano Latorre lascerà l'Italia finita la convalescenza. Nel frattempo i procedimenti a carico dei due militari saranno sospesi, ma la decisione pilatesca dei giudici di Amburgo secondo Salvini non è solo una sconfitta giudiziaria, ma anche e soprattuto politica e diplomatica del governo italiano: "È un caso emblematico - dice al Tempo - Del peso politico del'Italia nel mondo prima di tutto. E ciò si ripercuote nelle misure che danneggiano la nostra agricoltura, la nostra industria, il nostro mercato". Flop esteri - Il leader leghista boccia su tutta la linea la politica estera italiana che vuole tenere un atteggiamento forte con i deboli e debole con i forti. Nel caso della Siria per esempio, l'Italia applica: "sanzioni dove non c'è nemmeno l'ambasciata, e sta sostenendo anche l'embargo dei medicinali contro quello Stato. Applichiamo anche le sanzioni contro la Russia - ricorda Salvini - e a un Paese che sostiene da anni un processo del genere contro i nostri militari non diciamo praticamente nulla". Il segnale - La distruzione della credibilità internazionale dell'Italia secondo Salvini è cominciata con il governo di Mario Monti: "il più scellerato della storia della Repubblica". Certo la storia non si fa con i se e con i ma, sta di fatto però che il segretario del Carroccio sottolinea come: "Se ci fosse Silvio Berlusconi al governo, con tutti i suoi limiti, questa situazione sicuramente l'avrebbe già risolta". Più che un dato nostalgico, quello di Salvini suona come un segnale, un messaggio di apertura nel pieno di un periodo intenso sotto il profilo delle trattative tra Lega e Forza Italia alla ricerca di un accordo politico per i prossimi appuntamenti elettorali. La proposta - Più che fantapolitica, quello che si intravede nella frase di Salvini è uno scenario possibile, con lui alla guida di un governo e un superministero nelle mani di Silvio Berlusconi che avrebbe così un ruolo internazionale di peso. Così Salvini si porta avanti e dice chiaramente cosa farebbe se fosse al governo ora: "Con tre anni di ritardo è una parola - dice - Ma di certo andrei là dicendo 'Vogliamo mantenere buoni rapporti, relazioni diplomatiche e commerciali? Ecco, non esiste che dopo tre anni siamo punto e a capo'. E quindi con le buone o con le meno buone me li riporterei a casa". La soluzione di Salvini per Girone è estrema: "La storia dei servizi segreti di mezzo mondo dimostra che quando vuoi portare a casa qualcuno, o vuoi catturare una persona in territorio straniero si fa. Se si vuole". E per Latorre non è meno morbido: "Io non li avrei mandati indietro fin da subito. Figuriamoci oggi. I nostri anziani ci insegnavano 'cosa fatta, capo ha'. Non lo fai e qualcuo si arrabbia? Gli passerà".

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