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Giovanni Toti si smarca da Silvio Berlusconi: a lavoro per un'associazione, ma dentro Forza Italia

Giovanni Ruggiero
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Giovanni Toti sembra pronto per lanciare l'Opa su Forza Italia. Da che Silvio Berlusconi è entrato in politica, sono almeno quattro i casi più eclatanti di tentata scalata ai vertici di Forza Italia o del centrodestra. Tutti impietosamente falliti come si sa, a cominciare da Gianfranco Fini, passando per Pierferdinando Casini, fino agli ultimi strappi con Angelino Alfano e Raffaele Fitto. Tutti hanno perso la sfida o scomparendo dal panorama politico o mettendo in piedi un nuovo partito con relativo salto nel buio. Tutti i casi precedenti però non hanno nulla a che fare con il consigliere politico dello stesso Berlusconi, attento e cauto ad ogni uscita pubblica, consapevole del fatto che non è con la forza che Forza Italia riuscirà ad avere una guida per il futuro. Lo scontro - Il segnale che l'ex giornalista Mediaset cominciasse a smarcarsi politicamente da Berlusconi è arrivato con la sua dichiarazione a Repubblica sulle primarie. La sola parola provoca nel Cavaliere l'orticaria, eppure Toti ha rilanciato l'idea della consultazione popolare per aprire alla Lega e decidere con tutti gli alleati i candidati alle prossime amministrative del 2016. Sarebbe un madornale errore considerare quell'uscita di Toti come un modo per andare contro il suo padre politico, ma è di certo il suo primo movimento di autonomia dichiarata. L'asse - I tempi delle cene del lunedì ad Arcore tra Berlusconi e Bossi sono ormai andati, quell'alleanza era basata innanzitutto su una fortissima amicizia personale che garantiva solidità e fiducia reciproca. Un rapporto che Toti sa quanto sia improbabile da replicare con Salvini, che anzi va tenuto periodicamente a bada prima che si divori tutto l'elettorato un tempo forzista. L'alleanza politica però è necessaria, e Toti la vuole gestire direttamente, bypassando Berlusconi in qualche modo con la sua stessa benedizione. Il progetto - I ben informati parlano di un'associazione che il governatore della Liguria sta mettendo in piedi con l'aiuto degli ex colleghi europarlamentari Stefano Maullu e Alberto Cirio. Una manovra simile alla fondazione Liberamente di Maria Stella Gelmini, uno strumento utile a costruire un network che allarghi i confini del centrodestra, scrive Italia Oggi, un contenitore che non vada a sostituirsi o a mettersi in competizione con i partiti, ma che serva a tenere dentro proprio quei militanti, amministratori, imprenditori che dai partiti si sentono esclusi e poco rappresentati. Fra un paio di mesi ci potrebbe essere la presentazione ufficiale, l'inizio di una rincorsa alla maggioranza di centrosinistra che punta a riprendere grandi centri come Torino, Milano e Napoli, ma ha ben più alte ambizioni.

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