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Sergio Mattarella pensa al post-Renzi. Se non passa la prova Senato, si prepara un Renzi-bis

Virzì Giulia
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Si avvicina sempre più il momento in cui Matteo Renzi dovrà fronteggiare il voto al Senato per il ddl Boschi, voto che è stato al centro dell'attenzione mediatica per tutta l'estate perché rischia di essere lo scoglio contro cui la risicata maggioranza di Renzi potrebbe sfaldarsi definitivamente. Il premier, in questi mesi che precedono la temuta votazione, ha cercato alleanze a destra e sinistra, per colmare la lacuna di indecisione che la minoranza democratica trascina con sé osteggiando le proposte della maggioranza. Quello che stona, in tutto questo scenario di incertezza e instabilità, è la voce grossa che Renzi continua a fare. Voce grossa che racconta di come sia convinto che nessun tipo di Senato gli sfilerà la poltrona di premier da sotto le terga. Strategie - Questo perché, secondo quanto afferma il quotidiano il Giornale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avrebbe dato la garanzia che se davvero si verificasse la disfatta del segretario del Pd Matteo Renzi alle urne, si assisterebbe comunque a un Matteo bis, per assicurare stabilità politica all'Italia in un momento molto delicato. Si avvicinano galoppando infatti alcune date di fondamentale importanza: il Giubileo l'8 dicembre e il voto per la legge di stabilità. Per non parlare delle difficoltà che comporterebbe andare al voto con due leggi elettorali diverse per Camera e Senato. Nella prospettiva di un secondo governo Renzi, sicuramente il premier dovrebbe cercarsi nuovi volti per costituire una nuova maggioranza, perché va da sé che la minoranza dem avrà già abbandonato il baldo fiorentino al suo destino. Molto meno probabile è un governissimo, una compagine di governo costituita da larghe intese. Basta guardare dall'altro lato della scacchiera: se Forza Italia appoggiasse Renzi, scontenterebbe la Lega Nord con cui sta cercando faticosamente di riallacciare i rapporti. E a quel punto il partito di Salvini correrebbe in solitaria verso palazzo Marino a Milano. Ma la carica di sindaco della città meneghina la vogliono anche gli azzurri, e non possono permettersi di perdere terreno. A ogni mossa una conseguenza, e pare che non sia proprio il momento per lasciar scegliere agli italiani chi vogliono al governo.

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