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Roberto Calderoli e i 75 milioni di emendamenti: ecco chi li ha bloccati

Federica Villa
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Centosessantuno anni, 7 mesi e 21 giorni. Sarebbe stato questo il tempo che ci avrebbero messo i senatori a valutare tutti e 75 i milioni di emendamenti presentati da Roberto Calderoli per ostacolare la riforma del Senato. Un lasso di tempo spropositato, così assurdo che il presidente del Senato Pietro Grasso ha definito gli emendamenti "irricevibili". Una sconfitta per Calderoli e per il suo super software sputa emendamenti, con cui terrorizzava da settimane i senatori. Qualcosa, nel suo "malefico" piano, non ha funzionato. Qualcosa però continua a preoccupare il premier Matteo Renzi che, impaziente di chiudere la partita sulla riforma, di emendamenti ne ritrova ancora circa 500 mila sul suo cammino.  La battaglia - Come scrive La Repubblica, la battaglia di Calderoli iniziò con la deposizione di 47 mila emendamenti. I primi di una lunga serie. Li portò lui stesso su un carrellino al servizio Assemblea, un luogo che "per trovarlo ci vuole un cane da guida" e che nell'ambiente chiamano il "Miglio Verde", in ricordo del romanzo di Stephen King. Un luogo di lavoro forsennato dove si classificano gli emendamenti per tipologia, e poi per importanza. Poi Calderoli proseguì con altri 4 mila emendamenti. Questi transitarono sulle scrivanie di tutti i suoi colleghi che, disperati, seguivano le votazioni con i faldoni al loro fianco. E infine arrivò il malefico algoritmo: ogni virgola sbagliata, ogni vizio di forma e ogni imperfezione venivano intercettati e Calderoli aggiungeva e aggiungeva emendamenti alla sua già lunga lista. Dalla carta ai Cd - I metodi del lumbard si sono man mano evoluti. Tant'è che, nel depositare altri 500 mila emendamenti, il leghista ha scelto la formula del Cd, anzi, di 14 Cd. Di questi ne sono state stampate solo 321 copie, cioè 121 tomi da 500 pagine. Non è "crollato tutto" come sperava Calderoli, ma il boicottaggio c'è stato, eccome. Man mano che si procedeva con le votazioni, gli emendamenti venivano proiettati su un maxi schermo. "Presidente - ha detto a quel punto Calderoli ad Anna Finocchiaro - Io non ci vedo. Li può leggere per cortesia?". I funzionari della sconfitta - Poco soddisfatto, Calderoli non si è arreso. Il suo software ha lavorato tanto da produrre 75 milioni di emendamenti. Li ha messi poi su un Cd e li ha depositati al Miglio Verde. E così, è scattato subito l'allarme in tutto il governo. Al Miglio Verde hanno provato a ordinarli usando a loro volta un software che catalogasse tutte le proteste di Calderoli. Ma poi i funzionari, circa 80, hanno dovuto lavorare per sei giorni, 19 ore al giorno, per inserire manualmente nel sistema tutti gli emendamenti. E infine, la scoperta: per leggerli tutti ci sarebbero voluti più di 161 anni. Davvero troppo. E qui arriva la sconfitta, sancita da quell'aggettivo pronunciato proprio da Grasso: "Irricevibili". 

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