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Renzi e i giudici: la paura: "Non possono trattarmi come il Cav"

Lucia Esposito
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Dopo anni di scontri, c'è ancora tensione tra politica e magistratura: contro le toghe da più parti si registra "una consapevole strategia di delegittimazione". È la denuncia del presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, che ieri ha aperto il 32esimo congresso del sindacato delle toghe a Bari. "La tensione fra politica e magistratura, legata per anni a vicende giudiziarie individuali, ha finito con l'offrire di sè un'immagine drammatica ma, in realtà, semplificata. Oggi quei rapporti sono restituiti a una dinamica meno accesa nella forma ma più complessa", ha sottolineato Sabelli. "L'indipendenza" della magistratura, principio cardine che  "nessuno in astratto mette in discussione", ha osservato Sabelli, "non si alimenta di ossequio formale ma di una cultura fondata sul rispetto". Le parole di Renzi - In un retroscena Repubblica riferisce che il premier avrebbe detto ai suoi fedelissimi: "Non possono parlare di noi come se si trattasse di Berlusconi". D'altronde Renzi da quando è al governo non ha mai risparmiato le frecciate ai giudici.  Sabelli ha definito "timide e deludenti e disorganiche" le parole di Renzi intervenuto a Bari.  Forse non gli perdona quel "brr....che paura" pronunciato da Renzi nel salotto di Vespa quando lo stesso Sabelli reagì duramente per le ferie tagliate da 45 a 30 giorni, gli fa notare il giornalista. E Sabelli: "Non s' è mai visto che si fa un intervento del genere senza neppure ascoltare preventivamente la categoria". La reazione - "Non vogliamo scontri e polemiche, non è questa la finalità del nostro congresso, vogliamo trovare intese e confront"». Lo ha detto il segretario dell'Anm, Maurizio Carbone, a margine della seconda giornata di congresso del sindacato delle toghe, dopo il dibattito scaturito dalla relazione del presidente Rodolfo Sabelli. "Non facciamo paragoni con il passato - ha aggiunto - la relazione era un'analisi degli ultimi due anni, chiediamo risposte concrete e forti, e questo non sempre è accaduto, soprattutto sul fronte della corruzione. Un tema su cui la stessa politica sta facendo autocritica: la legge Severino, che era stata presentata come soluzione di tutti i mali, oggi viene rivista dal Parlamento, lo stesso presidente del Senato Grasso ha detto che è insoddisfacente. Vogliamo che vengano meno errori e timidezze". Carbone ha ripercorso poi tutti i temi al centro del congresso: sulle intercettazioni, ha osservato che «l'attenzione della politica si è concentrata sulla pubblicazione piuttosto che sull'importanza dello strumento investigativo, questo per noi è preoccupante». E sulla "campagna di delegittimazione", il segretario dell'Anm ha sottolineato che «noi magistrati siamo spesso stati indicati come unici responsabili delle disfunzioni del sistema, anche con slogan, come quello 'chi sbaglia pagà, che hanno accompagnato riforme peggiorative. Noi ci ribelliamo a questo messaggio negativo"

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