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La campagna elettorale degli insulti: "Fini caghetta", "Giannino clown", politici "facce di merda"

Briatore contro Gianfry, Berlusconi contro Monti, Mario contro Silvio, Grillo contro tutti. E Bersani...

Giulio Bucchi
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  Dopotutto, il "cialtrone" con cui Mario Monti ha etichettato Silvio Berlusconi può quasi passare per un "sobrio" giudizio politico. Basta scorrere agenzie e rassegna stampa di questo mese scarso di campagna elettorale per trovare decine di insulti, risse verbali, offese, minacce. La parentesi tecnica, i toni soporiferi dei professori sono stati già dimenticati: largo alle lingue velenose dei politici, come ai vecchi tempi. Più dei vecchi tempi.  Gianfry "caghetta" - La carrellata di "orrori" l'ha fatta Monica Guerzoni sul Corriere della Sera, ma date un'occhiata ai link a fianco di questo articolo per saggiare il clima della contesa, sempre che non ve ne siate già resi conto. Uno dei più attivi nell'agone, soprattutto mediatico, è Flavio Briatore. Che candidato non è, ma che da amico di Daniela Santanchè e del Cavaliere non ha rinunciato a qualche affondo pesante. Per esempio, aveva parlato su Twitter di un ben noto "caghetta". Svelato il mistero: è Gianfranco Fini. E all'ormai quasi ex ministro dell'Agricoltura Mario Catania, candidato con l'Udc che dice di non volere "un Italia di Briatore", Flavio replica sarcastico: "Che figo... Chiediamogli quanti posti di lavoro ha creato e con quale meritocrazia è andato al governo". Le "facce di merda" - Certo, Beppe Grillo e il suo ormai periodico "facce di merda" regalato ai politici senza distinzione di colore (l'ultimo l'ha ribadito domenica, in piazza) probabilmente è imbattibile, tanto che Libero aveva lanciato un sondaggio su quale insulto dell'istrionico leader a 5 Stelle fosse il preferito dei lettori (sondaggio assai votato, va detto...). E ci sarebbe pure il contorno di "zombie", "parassiti", "pidocchi", "mignatte", "zecche", "virus"... Però anche Berlusconi e Monti hanno mollato gli ormeggi. Il professore, a ogni pie' sospinto, continua a dare del nano ora a Renato Brunetta ("economista di altissima levatura", l'aveva sarcasticamente bollato) ora allo stesso Berlusconi (domenica associato alla parola "tappo" e certamente non a caso), mentre il Cavaliere si è scatenato. Monti è sinonimo di cazzata, da quella che disse il premier sull'Europa che teme un ritorno di Berlusconi a quella che fece lo stesso Silvio, dicendo sì alla nomina del prof a senatore a vita nel novembre 2011. D'altronde, per Berlusconi Monti è "persona orrendissima, peggio di Fini e Casini". Napoleoni contro Boldrin - Il vertice assoluto di questo delirio di turpiloquio però si è toccato in una "memorabile" puntata di Piazza Pulita, su La7. Nel salotto di Corrado Formigli c'erano, tra gli altri, il fondatore di Fare per fermare il declino Michele Boldrin e l'economista vicina al Movimento 5 Stelle Loretta Napoleoni. "Lei non è una economista", la stuzzica lui, lei replica sconcertata con un "cafone" e si sfoga su Twitter il giorno dopo. Si dice vittima di un agguato, anzi di uno "stupro di gruppo ad opera di italioti liberisti" di cui Boldrin sarebbe perfetto campione. Oscar Giannino ha incassato in silenzio, come ha fatto un paio di giorni fa quando il Cavaliere gli ha di fatto dato del "clown" per come si veste. Bersani e le donne - Dalla rissa non è rimasto fuori nemmeno uno solitamente pacato come Pierluigi Bersani. Dopo il siparietto sexy di Berlusconi con la dipendente della Green Power, il segretario Pd ha affondato il coltello: "Concepisce le donne come bambole gonfiabili". E il giorno dopo, parlando di candidate donne in Parlamento, ha aggiunto: "Dovrei chiedere a Berlusconi quante bambole porta". L'ira delle donne del Pdl naturalmente è scattata e Daniela Santanchè ha chiosato: "Bambola lo dice a sua sorella". Facendo quasi la figura da educanda.  

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