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Luchino snobba il Prof e non scioglie Italia FuturaIl partito Monti fermo al palo

Dopo la bocciatura elettorale, duro confronto tra le due anime di Scelta civica: quella di Montezemolo e quella dell'ex ministro Riccardi

Matteo Legnani
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Il day after della batosta elettorale riserva altre spine per il Prof Mario Monti. Ieri, il premier, partecipando alla riunione dei promotori di Scelta civica, ha preferito non intervenire nella discussione che ha visto un duro confronto tra i rappresentanti di Italia futura (il movimento fondato da Luca di Montezemolo) e il ministro dell'Integrazione, Andrea Riccardi. Già durante la compilazione delle liste c'erano state divisioni tra Italia futura e i rappresentanti della Comunità di Sant'Egidio. Italia futura - presente in massa all'incontro con Calenda, Simoni, Tinagli e Romano - avrebbe ribadito la volontà di non volersi sciogliere. Ovvero di voler mantenere la fondazione. "Invece - spiega uno dei promotori di Scelta civica - c'era l'impegno di confluire in un partito unico eliminando le precedenti strutture". Altro fattore di tensione è la scelta di Pier Ferdinando Casini: qualora il leader Udc optasse per l'elezione in Basilicata manderebbe in Parlamento Mario Giro, stretto collaboratore di Riccardi. Se invece scegliesse l'opzione Campania entrerebbe in Parlamento il coordinatore di Italia futura della Basilicata. Intanto 'Scelta civicà cambia casa: il contratto per la sede di via del Corso è scaduto, i nuovi uffici saranno in corso Vittorio Emanuele, sempre a Roma. Sul tavolo c'è anche la necessità di reperire risorse per la strutturazione del partito sul territorio. 

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