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Pd e grillini "tengono famiglia": un Parlamento di mogli, figlie e fidanzate di

Daniela Cardinale (Pd) e Azzurra Cancelleri (Movimento 5 Stelle)

I piddini fanno i puri, ma è record di "parenti". Solo i 5 Stelle fanno meglio: eletti mamma e figlio. Ecco tutti i casi

Giulio Bucchi
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  La famiglia, innanzitutto. «Quando in casa hai un cretino e non sai dove collocarlo senza fare danni o gli fai fare il giornalista, o il deputato…», passata dalla penna di Sergio Saviane e rielevata a categoria sociologica, la suddetta frase attribuita a uno pseudo-Leo Longanesi (laddove il vero Longanesi suggeriva di stampare sulla bandiera italiana  l'immortale Tengo famiglia) torna oggi a rilanciare un grande classico, classicissimo, della politica nostrana.  Le cariche parlamentari tramandate per consanguineità, seppur non necessariamente per cretineria acclamata. Meno male, temevamo che quest'ansia di purezza e pulizia rovinasse la tradizione. Invece, oplà, eccoti di nuovo eletti i parenti: figli, mogli, nipoti di…: tutti ancora lì,  a comporre quello straordinario mosaico parlamentare che mai cessa di stupirci. Prendete, per esempio, la Marietta Tidei, eletta deputata Pd, eletta nella circoscrizione Lazio 1: invasa da meraviglioso spirito di servizio si è immolata in nome del padre Pietro, ex deputato democratico nelle due ultime legislature e che non ha potuto candidarsi dato che dal 2012 è sindaco di Civitavecchia. Come lei spicca, nella stessa area geografica, Monica Cirinnà, moglie di Esterino Montino (sono stati sposati da D'Alema); ovvero l'uomo che, davanti ad una fattura di 4.500 euro spesi in una enoteca trendy, disse che si trattava dei «doni natalizi per i bimbi delle famiglie disagiate...». Coinvolto nello scandalo finanziamenti Montino non era  ricandidabile, ma la sua signora sì.  Stessa sorte, quella del sacrificio eroico della propria giovine età (32 anni), è toccata anche a Daniela Cardinale, deputata eletta nella circoscrizione Sicilia 1. Danielina è figlia del superministro del secondo governo D'Alema, il siculo Totò Cardinale, il quale, avendo già alle scorse politiche del 2008 superato il limite massimo di mandati, decise di non scendere in campo, ma: «piuttosto che invocare la deroga» scriveva in quel periodo un giornale non proprio lontano dal partito come Repubblica « ha aggirato il problema candidando la figlia Daniela, studentessa di scienze della comunicazione». E Daniela venne naturalmente eletta. Quindi adesso è al secondo sacrificio elettorale. pure se -come della coetanea veltroniana Marianna Madia- in tutti questi anni se ne ricordano poco il visino e per nulla le opere. Ah, la famiglia. La famiglia, nella politica italica è la cellula primaria; e la parola “cellula”, trattandosi soprattutto di parenti del Pd ex Pci-Pds, non è fuori luogo. Tutt'altro. I casi più recenti di Anna Serafini moglie di Fassino e di Anna Maria Carloni consorte di Bassolino  (oggi, ahimè , trombata) richiamano antico uso di mondo. Oggi, tra i perpetuatori di carica istituzionale per osmosi spicca anche Simone Valiante, sempre Pd, il quale entra a Montecitorio eletto nella seconda circoscrizione campana. Simone seguirà le orme di papà Antonio, ex deputato Pd e vicepresidente di giunta al tempo di Bassolino. E c'è spazio anche per Stefania Covello, neodeputata eletta in Calabria, già consigliere regionale e – pure lei, manco a dirlo – figlia di Francesco Covello, senatore democristiano di lungo corso e lunga gittata. Un caso meraviglioso che ha suscitato l'indignazione democratica di ogni quota rosa sulla piazza è poi quello di Fabrizia Giuliani, professoressa di filosofia del Linguaggio alla Sapienza di Roma, eletta in un seggio blindato alla Camera nel collegio Lombardia 1. Sulla sua candidatura metteva già in guardia, su Facebook, Marina Terragni giornalista del Corriere della sera e riconosciuta paladina dei diritti delle donne: «Giuliani è la moglie dell'ex consigliere regionale del Lazio Claudio Mancini, dalemiano, impossibilitato a ricandidarsi. Mancini, come Fiorito e Storace, avevano votato a favore delle  “spese pazze” in Regione Lazio (ecco perché non l'hanno candidata a Roma...)». Blindata e ancorchè paracadutata dai vischiosi intrecci capitolini, Giuliani avrebbe millantato, per farsi propaganda, perfino il buon nome e le opere di Se non ora quando, il movimento rosa che guidò la manifestazione contro il sessismo di Berlusconi, il 13 febbraio 2011. Le femministe l'hanno scorticata viva. Ma lei, moglie di un dalemiano azzoppato, ce l'ha fatta. A proposito di Baffino di ferro. É strano, a scorrere questo fantastico elenco di effusioni partitiche, come il nome di Massimo D'Alema veleggi sempre sullo sfondo. Alla faccia, sempre, di chi affermava che il Porcellum fosse legge ignobile (pensiero nobile che evapora, misteriosamente, all'atto liturgico della compilazione delle liste).  Ma la famiglia, seppure allargata, non è soltanto, onestamente, quella dei Democrats. Un'altra Parentopoli, per dire, è stata sfiorata in casa Mario Monti: è stato infatti eletto per Scelta Civica Paolo Vitelli, presidente di Azimut Vitelli, gruppo attivo nella produzione di barche, che si era candidato come capolista per la lista del prof in Piemonte. Non ce l'ha fatta, invece, Francesco Barbavara, marito della figlia di Paolo Vitelli e candidato al Senato, sempre in Piemonte. Poi c'è una situazione bipartisan, rappresentata da Gregorio Gitti, genero di Giovanni Bazoli banchiere onnipotente storico numero uno di Intesa (la cui figlia dovrebbe essere candidata a fare il sindaco di Brescia, Pd) il quale Gitti sarà deputato con Monti; invece Alfredo Bazoli, 44 anni, nipote del banchiere, figlio del fratello Luigi, siederà sempre a Montecitorio, ma col Pd. Un atto d'amore ineffabile e struggente è la storia della prima vera «raccomandazione» nel Movimento 5 Stelle nel collegio Latina 2. La madre Ivana Simeoni, 63 anni, operatrice del servizio 118 cittadino di Latina,  andrà a Palazzo Madama, e il figlio 40enne Cristian Iannuzzi, ha un posto assicurato a Montecitorio. Sulla questione erano già state espresse perplessità all'epoca delle Parlamentarie dagli stessi grillini;  ma il movimento (leggasi Grillo e Casaleggio benedicenti) ha sempre spiegato che «sono state rispettate tutte le regole». Sarà.  Ma, se le cronache notavano che la prima ingenua domanda dei neodeputati grillini ai propri capigruppo è stata «Posso prendere un mio parente come portaborse?» (con tanto di disappunto di Roberta Lombardi, neocapa dei deputati: «Eviterei mogli, mariti, amanti...») vuol dire che, in fondo, lo spirito del Tengo famiglia è vivo e lotta insieme a noi. Lotta tantissimo. Infatti Azzurra Cancellieri, eletta alla Camera per Grillo, è appunto sorella carissima di Giancarlo, capogruppo M5S per l'Assemblea Regionale in Sicilia, l'isola felice del movimento, isola in cui lo stesso Grillo ha tuonato contro il nepotismo. E Cristina De Pietro, senatrice per la Liguria, è sorella di Stefano, consigliere comunale a Genova. E Yvonne De Rosa, risultata capolista per la circoscrizione Europa  con molti (troppi) voti raccolti in pochissimo tempo, è la compagna dell'emergente Roberto Fico, di stretta confessione casaleggiana, ora eletto alla Camera per la Campania. E anche in Lombardia,  le due neosenatrici, Giovanna Mangili e Laura Bignami, risultano consorti di consiglieri 5 Stelle di Cesano Maderno e Busto Arsizio. Vero è che le due signore, difese a voce tonante dal neocapogruppo al Senato Vito Crimi («Non piazziamo nessuno, non siamo una parentopoli. Hanno portato a casa tanti voti e se li sono conquistati con le loro forze», disse al Fatto Quotidiano), sono signore efficienti e perbene; ma il dubbio della cooptazione parentale, insomma, rimane. Figli, mogli, nipoti, cognati d'arte immersi in questa grande commedia della vita all'Emile Zola, di cui qualche inopportuno refolo di pulizia non ha cancellato il sapore. La famiglia, nei momenti di crisi la nostra unica certezza... di Francesco Specchia    

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