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La disfatta del messia con il loden: ha perso tutto

Mario Monti

Monti, in realtà, voleva solo una poltrona. Che sfuma per la sua bramosia di potere. Gli resta solo un partito sgangherato

Andrea Tempestini
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di Mario Giordano Voleva solo la poltrona. Facciamola breve: il professor Mario Monti ce l'ha raccontata per più di un anno, s'è riempito  la bocca con la scelta civica, il bene dell'Italia, la sobrietà, il loden, l'ora della responsabilità, la necessità, i sacrifici, il bene dell'Italia, l'Imu, le riforme, l'alternativa, la politica nuova e il bene dell'Italia, naturalmente, ma di tutto ciò, e soprattutto del bene dell'Italia, gliene importava  quanto del colore dei calzini del guardialinee di Entella-Portosummaga di Lega Pro. Un beato nulla, in pratica. L'unica cosa che gli interessava in effetti era il bene suo. Cioè una poltrona. La più importante possibile. La presidenza del Senato in primis. La presidenza della Repubblica in un secondo momento. Che ci volete fare? Alla Bocconi insegnano sempre a puntare più in alto che si può. Ma l'ambizione gioca brutti scherzi. Soprattutto quando è così spudorata. E così alla fine di questo giorno, anziché l'ascesa di Monti, si celebra la sua caduta. Precipitosa. Disastrosa. Definitiva. Voleva avere tutto, si ritrova con nulla: senza poltrona, senza accordo, senza linea politica, senza i suoi protettori di sempre. Napolitano l'ha abbandonato, dall'Europa si sente tradito, quei pochi elettori che gli sono rimasti si sono per lo più pentiti. Per tutto il giorno delle votazioni Scelta civica non è stata capace di effettuare nessuna scelta, foss'anche un po' meno civica: i parlamentari montiani hanno votato scheda bianca dappertutto, nemmeno un candidato di bandiera, nemmeno una proposta per uscire dall'angolo. Il partito ha certificato la propria inutilità. La propria inesistenza in vita. E Monti è apparso quanto mai silenzioso e cupo. Dov'è finito il leader tagliente che aveva l'Italia in mano? Dov'è finita la sicurezza del salvatore della patria? L'humor inglese? Il sorriso sprezzante? Triste, solitario y final:  l'uomo di Palazzo Chigi sembrava in grado di prendersi il Paese, invece da qualche tempo si prende solo scoppole. La penultima è stata quella che gli hanno dato gli elettori. L'ultima quella che gli ha dato Napolitano:  il vecchio Giorgio non vedeva l'ora di cucinarselo in salsa  di Quirinale, non avendogli ancora perdonato la decisione di candidarsi contro il suo parere e contro la sua volontà.  E così appena Monti s'è fatto avanti con la sua idea di self-promotion (vado alla presidenza del Senato e di qui poi zompo sul Colle) l'ha sistemato con una nota di rara brutalità: stai al tuo posto, gli ha detto. E non disturbare. Il professore s'è così reso conto, definitivamente, di aver perso il primo dei suoi protettori. E gli altri? Anche quelli pare l'abbiano scaricato un po'.  Sarebbe stato lo stesso Monti, infatti, secondo quanto riferisce il Guardian, a lamentarsi all'ultimo incontro europeo perché i partner dell'Ue, Berlino e Bruxelles in particolare, non lo filano per nulla. Ma come?, avrebbe detto, io ho eseguito tutti i vostri ordini (dice proprio così: eseguito gli ordini) e adesso che ho bisogno di aiuto mi abbandonate? Mi lasciate qui da solo? Senza un po' di riconoscenza e (soprattutto) senza nuovi ordini? Povero Professore, mai scomparsa dalla scena fu più rapida, mai suicidio politico fu più riuscito. Se fosse rimasto fuori dai giochi  a questo punto poteva aspirare a tutto, ora invece si trova un pugno di parlamentari che bastano al massimo per fare un'allegra tavolata a cena, sempre ammesso che riescano a mettersi d'accordo sul ristorante. Per l'amor del cielo: ci sarà sicuramente da spassarsela con Paola Binetti e Lorenzo Dellai, si possono cantare gli stornelli, giocare alla bottiglia o a rimpiattino, si possono ricordare i bei tempi antichi in cui il Grillo parlante era solo quello di Pinocchio. Ma, politicamente parlando, questo partitino diviso, indeciso e spappolato quanto vale? Zero assoluto o un po' di meno? Fa specie pensare che un uomo che puntava tutto sulla sua sobrietà sia andato a sbattere proprio per la sua smodata bramosia di poltrone. Fa specie pensare che dopo essersi fatto vanto per mesi della sua intelligenza accademica,  abbia perso la testa sulla via della notorietà come una starlette di quarta fila, una ballerina del talent, un'aspirante showgirl. Qualche segno di debolezza e eccessiva vanità, in effetti, l'aveva dato: quando aveva chiesto la nomina a senatore a vita prima di accettare la Presidenza del Consiglio;  quando aveva   fondato un partito scrivendo il suo nome a carattere cubitali; quando aveva cominciato i comizi, usando idee e parole totalmente diverse da quelle usate fino al giorno prima; quando non aveva esitato a buttare pure i suoi nipotini in pasto alla campagna elettorale solo per strappare qualche voto in più.  Ma nessuno pensava  che potesse spingersi fin qui. E invece in queste ultime ore Monti ha gettato definitivamente la maschera. Si è mostrato per quello che è, al di là della retorica della scelta civica e del bene comune: solo un uomo assetato di potere. E finalmente così si è capito anche perché ha usato la parola «salire» in politica: lui pensava già a salire, in effetti. Al Colle. Si vedeva lassù in alto, Capo dello Stato, e per cullare questo sogno ha sacrificato tutto, compreso l'interesse del Paese: avete capito perché certe riforme non le ha spinte fino in fondo? Avete capito perché certi tagli non li ha mai  fatti? È ovvio: perché  non voleva scontentare nessuno, perché voleva arrivare lassù. Puntava a far salire le sue quotazioni, mica il Pil.   Più che l'occupazione del Paese aveva in mente l'occupazione della cadrega, più che la crescita dell'economia aveva in mente la crescita del suo prestigio. Ma tanta sfrenata ambizione è stata punita: in attesa di sapere se qualcuno riuscirà a vincere, nel risiko della politica lui ieri ha sicuramente perso.  In mano, in effetti,  gli restano soltanto  un partito già spompato, un po' di schede bianche e un futuro politico ancor più pallido.  Senza nemmeno uno che da Bruxelles o Berlino abbia voglia di perdere tempo a impartirgli l'ultimo ordine: sparisci.

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