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Berlusconi: "Senza un governo stabile al voto a giugno"

Silvio Berlusconi

Andrea Tempestini
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In piazza Libertà, a Bari, l'accoglienza per Silvio Berlusconi è quella delle grandi occasioni. Gli organizzitori spiegavano che le adesioni superavano le più rosee aspettative: "Siamo almeno 150mila". Tutti insieme ad ascoltare il Cav, a cantare per lui, a gridare "c'è solo un presidente" e "chi non salta comunista è". L'ex premier, emozionato, ha ringraziato la folla: "Siete fantastici, siete uno spettacolo unico, meraviglioso. Grazie davvero a tutti, siete tanti, quasi troppi, stretti l'uno contro l'altro. Siete un fiume che si prolunga fino a lontano. Siete il fiume della libertà". "Al voto" - Berlusconi passa subito alla politica. Il messaggio è chiaro, chiarissimo: "Il vostro entusiasmo mi conferma un convincimento. O c'è subito un governo forte e stabile per l'Italia, oppure è meglio ridare la parola subito agli italiani e votare a giugno". Il Cav mira alle elezioni, insomma, forte dei sondaggi che danno il centrodestra in testa ("Siamo al 34% con 4 punti di vantaggio sugli avversari", ha ricordato dal palco) e dopo le ultime ripetute chiusure di Pier Luigi Bersani a un'intesa per un governissimo. "Nel 1994 - ha proseguito Berlusconi - vincemmo. Dobbiamo vincere anche questa volta. Siamo l'unico vero baluardo per la libertà e la democrazia in Italia e per gli italiani". E per vincere, il Cav è pronto a scendere in campo in prima persona: "Se Bersani continua a rincorrere Grillo e a chiudere a noi si deve andare al voto subito. Noi siamo già pronti e io saà in campo, come candidato alla presidenza del Consiglio. Non lo dico a cuor leggero, è una responsabilità grave ma alla quale non mi posso sottrarre".   Attacco a Bersani - Inevitabile l'attacco al Pd e a Pier Luigi Bersani, responsabili dello stallo post-voto: "Vi sembra possibile che in una crisi così possiamo concederci questa assurda paralisi? Noi dal giorno del voto abbiamo detto che siamo disponibili a un governo con il Pd e a individuare di comune accordo un candidato per la presidenza della Repubblica. Invece - continua Berlusconi - questi signori ci hanno detto di no. E hanno appena lo 0,3% in più di voti, ottenuti con la loro nota professionalità nelle operazioni di scrutinio. La prossima volta dovremmo farlo anche noi. Loro - prosegue - non si sono aperti a nessun accordo con noi e anzi tentano di prendersi tutte le cinque cariche istituzionali dello Stato". Poi l'attacco si fa più personale: "Continuano a chiederci di regalare a loro i nostri voti, il consenso di 10 milioni di italiani, per fare un governo in perfetta solitudine. Ci hanno fatto perdere 50 giorni, Bersani si è messo a fare la sua esplorazione e poi ci ha detto, come stamattina, che vuole i nostri beni. E allora, caro Bersani, siamo assennati, siamo bravi ma non abbiamo l'anello al naso". Le battute - Nel corso del lungo intervento di Berlusconi non mancano le battute e i momenti di ironia. Prima compare sul maxi-schermo alle sue spalle Maurizio Crozza, e la platea fischia, si strappa i capelli. Quindi la battuta su Bersani, sempre in salsa "crozziana": "Noi, caro Pierluigi, non siamo qui a pettinare le bambole. Anzi anche le bambole si sono stufate di farsi pettinare. Il giaguaro da smacchiare, gli scogli da asciugare...ma è Bersani che parla o è Crozza? E' Crozza che scrive i testi a Bersani o viceversa? O hanno fatto una società in comune?". Da Bari, in Puglia, non poteva mancare un fendete a Nichi Vendola: una battuta sulla sua arzigogolata retorica (e sulle buone relazioni con i giudici locali). Nel mirino anche Romano Prodi, papabile per il Quirinale, anche se, secondo il Cav, sarebbe un presidente della Repubblica buono solo per innescare il "fuggi-fuggi" dall'Italia. Quindi il parere, sferzante, su Beppe Grillo e grillini: "Dilettanti allo sbaraglio". Contro le toghe - Nel mirino del Cav ci finisce anche la magistratura, che rischiano di assomigliare ad "associazioni segrete. Noi chiediamo ai magistrati di dire a quali associazioni sono iscritti. Domandare è lecito e non si vede perché non ci debba essere una risposta. Siamo nell'era della trasparenza totale e chi ha il potere di privare una persona della libertà deve sentire il dovere enorme di essere trasparenti". Quindi Berlusconi chiede alla piazza: "Quel cittadino che avverte come nemico politico quel magistrato che lo giudica perché aderisce a una certa associazione non può chiedere di essere rimosso? Fareste arbitrare partita di calcio a un arbitro scelto tra i tifosi dell'altra squadra in campo?". Poi la difesa di Raffaele Fitto dalle accuse giudiziarie che lo hanno colpito e per i processi in cui è implicato. Per Berlusconi, quella arrivata alla vigilia del voto, "è una condanna assurda".

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