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Pd: scontro tra bersaniani e renziani

E' caccia ai franchi tiratori che hanno affossato la candidatura del Professore: tutte le correnti del Pd

Lucia Esposito
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Subito dopo il clamoroso Ko di Romano Prodi si è aperto il dibattito all'interno del Pd: chi ha tradito? E' caccia all'esercito di franchi tiratori  dopo che alle quirinalie del Pd in mattinata tutti avevano applaudito al nome di Prodi. La spaccatura tra i democratici è diventata ancora più profonda e, soprattutto, si è allargato il solco che separa i bersaniani dai renziani. Adesso i primi accusano i secondi di essere la causa del siluramento di Prodi per favorire l'ascesa al Colle di Massimo D'Alema. Il ragionamento dei bersaniani è questo: è  vero che l'ex presidente della Commissione europea era un candidato caldeggiato dal sindaco di Firenze ma è altrettanto vero che se dovesse prendere il posto di Napolitano si allontanerebbe la possibilità di andare alle urne, possibilità che invece il rottamatore caldeggia pià che mai ora che Bersani è al capolinea. Le mille anime -  C'è poi il sospetto che anche i dalemiani si siano trasformati in franchi tiratori. Un sospetto che si è rafforzato dopo che nel pomeriggio di oggi, venerdì 19 aprile, alcuni montiani hanno detto di aver ricevuto degli sms da  esponenti del Pd anonimi che invitavano a votare Annamaria Cancellieri perché una vittoria di Prodi avrebbe significato la vittoria di Renzi. Insomma un quando molto intricato che è lo specchio delle tante anime che dividono il partito e spingono come forze centripete verso la sua spaccatura. Ex margheritini che avrebbero voluto Marini, ex Ds che vorrebbero D'Alema, renziani che dicono di volere Prodi ma forse tifano Massimo D'Alema, gli under 45, i rinnovatori, l'anima grillina dei democratici, che  non disdegnano Rodotà (anche se nessuno lo dice apertamente). E poi c'è Bersani. Ma adesso il segretario è solo. 

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