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Dopo il golpettino furbo, Beppe parla dal blog e insiste: la democrazia è morta

Lucia Esposito
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  Il giorno dopo la conferenza stampa infuocata a Roma, in cui il leader del Movimento 5 Stelle grida al "golpettino furbo". Beppe Grillo torna a farsi sentire sul suo blog: "La Repubblica, quella che si dice democratica e fondata sul lavoro, ieri è morta". Lo scrive sul suo blog il leader del M5s Beppe Grillo che torna a puntare l'indice contro il Napolitano bis e il governissimo.   "Pensi al sorriso raggiante di Berlusconi in Parlamento, risplendente come il sole di mezzogiorno, dopo la nomina di Napolitano, e ti domandi - scrive Grillo - come è possibile tutto questo, pensi ai processi di Berlusconi, a MPS, alle telefonate di Mancino, ai saggi e alle loro indicazioni per proteggere la casta. Sai che alcuni di loro diventeranno ministri. Ti viene lo sconforto. Tutto era stato predisposto con cura". Il ricordo di Baresi  - "Un governissimo, le sue agende Monti e Napolitano, persino il nome del primo ministro, Enrico Letta o Giuliano Amato, e un presidente Lord protettore dei partiti. - afferma Grillo - Uno tra Amato, D'Alema o Marini avrebbe dovuto essere l'eletto. Rodotà ha rovinato i giochi. Ed ecco il piano B con il rientro di Napolitano che fino al giorno prima aveva strenuamente affermato che non si sarebbe ricandidato. E di notte, in poche ore (minuti?) si è deciso (ratificato?) il presidente della Repubblica e la squadra di governo. Chiamala, se vuoi, democrazia".   "L'Italia - prosegue - ha perso e, non so perchè, mi viene in mente il pianto disperato di Baresi dopo la finale persa ai rigori con il Brasile nel 1994. Il MoVimento 5 Stellle è diventato l'unica opposizione, l'unico possibile cambiamento. Il Partito Unico si è mostrato nella sua vera luce. Noi o loro, ora la scelta è semplice. Coloro che oggi sono designati al comando della Nazione sono i responsabili della sua distruzione. Governano da vent'anni. Per dignità dovrebbero andarsene, come avviene negli altri Stati. Chi sbaglia paga. E chi persevera paga doppiamente. Entro alcuni mesi l'economia presenterà il conto finale e sarà amarissimo. Dopo, però, ci aspetta una nuova Italia".  

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