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Berlusconi: "Letta fallisce? Non ci voglio nemmeno pensare"

Berlusconi ed Enrico Letta

Il leader Pdl, a Dallas invitato dai Bush, sul futuro governo: "Abbiamo bisogno di un esecutivo che faccia, e subito"

Giulio Bucchi
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  "Non voglio nemmeno pensare all'ipotesi di un fallimento di Enrico Letta. Abbiamo bisogno di un governo che faccia. E subito. L'economia è in condizioni terribili". Il commento, misto di timore e ottimismo, è di Silvio Berlusconi direttamente da Dallas dove è stato invitato alla cerimonia di inaugurazione della Biblioteca Presidenziale e del Museo che conserverà tutti gli atti e i documenti degli otto anni alla Casa Bianca di George e George W. Bush. Intervistato da Massimo Gaggi per il Corriere.it, il leader del Pdl ha poi scherzato sui suoi contatti col nuovo premier incaricato: "Ho parlato con Letta a lungo, appena mi sono alzato. Ma con Gianni, non Enrico".  "Ho sentito anche Alfano - ha proseguito -. E Confalonieri, col quale mi sono lamentato di un dolorino a un ginocchio. Meglio così, mi ha risposto, alla nostra età se quando ti alzi non ti fa male qualcosa, vuol dire che sei morto. Scherzi a parte, sentirò Enrico più tardi, credo durante le cerimonie alla Bush Library". Mentre in Italia Angelino Alfano, dopo l'incontro con Letta, parlava di "punti d'incontro" su alcuni temi di natura economica, misure anti-crisi e sgravi alle imprese in primo luogo, il Cavaliere cercava di glissare sui rischi di rottura sull'Imu: "L'ok al nostro governo non dipenderà da una singola misura, ma dall'equilibrio complessivo degli interventi che verranno decisi. Deve essere una manovra che convince gli italiani che li stiamo portando fuori dalla spirale recessiva, che dà loro fiducia, che li spinge a tornare a spendere e a intraprendere". "Noi abbiamo presentato sei disegni di legge per il lavoro e per ridare slancio alle imprese - ha proseguito Berlusconi -. Possiamo fonderli in un unico provvedimento, una specie di decreto salva-Italia. Non è questione di cose irrinunciabili, ma bisogna fare cose urgenti per l'economia. E quelle che proponiamo sono state già discusse con le varie categorie: industriali, artigiani e gli altri. Poi, certo - aggiunge Berlusconi - ci sono anche i punti istituzionali: la giustizia e la riforma costituzionale, a partire dal semipresidenzialismo. La riforma elettorale e il rafforzamento dei poteri del premier che ora ha le mani legate, non può nemmeno cambiare un ministro".    

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