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D'Alema e Brunetta: lo scontro sui big

Lucia Esposito
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  Il premier incaricato Enrico Letta dovrebbe consegnare oggi, sabato 27 aprile, la lista di ministri al Quirinale. Ma è stata una notte lunghissima di trattative e negoziati e, nelle prime ore, del mattino ci sono ancora molte incognite sulla poltrona di XX settembre e sul titolare della Farnesina. La composizione di quello che è diventato un vero e proprio puzzle per Letta si incrocia con gli scontri generazionali tra nel Pd e la lotta tra falchi e colombe nel Pdl. Per trovare la quadra si è partiti dalle tre caselle più importanti: Esteri, Giustizia ed Economia. Due i nomi su cui il governo di larghe intese rischia di incagliarsi: Massimo D'Alema e Renato Brunetta.  I nomi della contesa - Il primo era in corsa per la Farnesina, il secondo per l'Economia. La sintesi della posizione del Pdl è più o meno questa; se entra D'Alema allora entra anche Berlusconi o, in alternativa, Renato Brunetta. L'ex ministro dell'Innovazione e della Pubblica Amminsitrazione è il nome che garantirebbe al Pdl di inhiodare il Pd alle richieste sull'Imu assicurando quindi di mantenere la promessa agli elettori. Il centrodestra non vuole dare l'Economia a un tecnico in quota Quirinale tranne forse Fabrizio Saccomanni che viene considerato più accettato di Pier Carlo Padoan, considerato vicino al centrosinsitra.  Le trattative sono ancora in corso ma la linea che prevale è quella di lasciare fuori tutti i "senior", quindi fuori D'Alema e anche Brunetta. In mattinata arriva la precisazione di Alfano sulle posizioni del Pdl: "Dai giornali le solite mistificazioni. Dal Popolo della libertà nessun veto a Massimo D'Alema perché non è nostra abitudine ingerire in casa altrui. Non  si utilizzi il Pdl come pretesto”.  

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