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La rabbia di Fini contro i suoi:"Vanno con gli ex An? Traditori"

Fini, visto da Benny

L'8 maggio Fli si scioglierà. Il leader: "Al massimo faccio una fondazione". Ma mette nel mirino gli ex fedelissimi che stanno trattando con Storace

Sebastiano Solano
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Politicamente morto due e mesi e mezzo fa per insindacabile giudizio degli elettori, le esequie di Fli dovrebbero tenersi durante un'assemblea indetta per l'8 maggio. In tutto questo tempo il leader del partito scomparso prematuramente, Gianfranco Fini, si è preso una 'pausa di riflessione'. Niente telefonate, niente interviste, niente convegni o incontri. Da qualche giorno, però, stando a quanto rivela Repubblica, Fini si sarebbe affacciato nuovamente a Montecitorio.  Trattative con gli ex-An - La buona notizia è che non si tratta di un ritorno: "Al massimo farò una mia fondazione", confida a chi gli chiede dei suoi propgetti futuri. I più preoccupati, anzi gli unici, per la prolungata assenza di Fini sono stati i pochi fedelissimi rimasti: Italo Bocchino, Roberto Menia, Aldo Di Biagio. I suoi però non sono rimasti a gurdare e stanno già lavorando ad un nuovo progetto politico di destra che unisca gli ex-An del Pdl, Fratelli d'Italia, la compagine di Francesco Storace e ciò che rimane di Fli. Fini, a cui evidentemente questi giorni di riflessione non sono serviti a molto, non ci sta. E ai suoi spiega: "Io ho già dato. I miei dirigenti vogliono trattare con i colonnelli dell'ex An. Io non mi metterò di traverso, ma questa non è la mia strada".  L'8 maggio Fini lascia - Insomma, nessuna autocritica per la rottura con il Pdl, una scelta che, con il senno di poi, non si è rivelata lungimirante per il suo futuro politico. Da parte di Fini non arriva alcun pentimento per aver disperso un patrimonio elettorale di milioni di voti. Eppere lascerà fare quelli che, con buona probabilità, presto saranno solo ex compagni di avventura. Agli amici più fidati avrebbe detto "Non voglio essere d'ostacolo. Con me nessuna ricomposizione è possibile, né posso essere l'uomo della riappacificazione". Ce l'ha soprattutto con gli ex-An, colpevoli di non averlo seguito nel suo progetto di una destra antiberlusconiana, e con quelli che invece inizialmente l'hanno seguito, per poi abbandonarlo un secondo dopo. Da qui la decisione: l'8 maggio, in un assemblea, Fini dovrebbe adempiere alla volontà degli elettori, certificata dall'esito delle elezioni di febbraio. Quella di abbandonare la politica. Definitivamente.

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