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Rimborsi e diaria, gli attivisti contro i parlamentari del M5s: "Siete come tutti gli altri"

Casaleggio e Grillo

Il Movimento è diviso come non mai al suo interno: c'è chi vuole restituire quello che non spende e chi invece vuole trattenere tutto per se. E Grillo e Casaleggio...

Sebastiano Solano
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La questione dei soldi nel M5s si fa sempre più infuocata. I grillini sono inciampati malamente in una trappola, quella dei soldi, da loro stessi messa a punto. Avevano promesso di rinunciare, oltre al 50% dell'indennità, anche ai rimborsi e alla diaria, ma poi non hanno resistito alla tentazione e ora vogliono tutto. Come un politico qualunque. Il regolamento - Ma non hanno tutti i torti: è solo che in campagna elettorale hanno mentito. Il regolamento, vergato da Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, parla chiaro: "I parlamentari avranno comunque diritto a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per esercizio di mandato, benefit per le spese di trasporto e viaggio, somma forfettaria per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo". I due, però, giusto una settimana fa hanno innescato la retromarcia.  La disputa - Hanno inviato a tutti i parlamentari un'email in cui venivano invitati a devolvere ad una onlus, oltre a metà dell'indennità (che ammonta a circa 10mila euro totali), anche la parte non spesa delle altre voci, ossia diaria (circa 3500 euro) e rimborsi vari (3600 euro solo quelli per l'esericizio di mandato). Alcuni hanno promesso di restituire la parte non spesa delle altre voci, mentre altri, la maggioranza, si sono appellati alla libertà di coscienza e, probabilmente, tratterranno per se diaria e rimborsi. Sarebbe questo il risultato di un sondaggio online fatto tra tutti in parlamentari del M5s.  La furia degli attivisti- Gli attivisti, quella che un tempo sarebbe stata chiamata la base, però non ci stanno ed esigono chiarezza e trasparenza. Si fanno sentire rumorosamente sul blog di Grillo e sui profili social dei candidati, a cui imputano un comportamento non molto diverso da quella casta che volevano abbattere. "Bene anche voi fuori dalle palle ..... approfittate pure di questa legislatura, riempitevi bene le tasche, perchè alle prossime elezioni non esisterete più, state perdendo una marea di consensi", scrive un'attivista.  Crimi balbetta - Dal canto suo, il capogruppo del M5s Vito Crimi si arrampica sugli specchi, limitandosi vagamente ad assicurare che gli "impegni presi verranno rispettati", per poi deviare l'attenzione spiegando che comunque loro hanno già rinunciato ai rimborsi elettorali e all'indennità di fine mandato, come se ciò bastasse ad assolverli dall'accusa di aver tradito le promesse fatte in campagna elettorale. La replica di Crimi, insomma, non chiarisce niente. Scrive Carlo B. in uno dei commenti più votati: "Effettivamente la rettifica è un pò debole. Premesso che le rinunce fatte dai parlamentari del movimento sono apprezzabilissime,se però si dice che le spese di diaria saranno trattenute in misura pari alle spese sostenute e documentate, poi si deve farlo".  Giovedì Beppe a Roma - A provare a placare gli appetiti dei parlamentari grillini, forse, ci penserà Beppe Grillo, che giovedì sarà a Roma per una riunione fiume con tutti gli eletti del M5s. E' ancora in dubbio, invece, la presenza di Casaleggio, che dovrebbe invece indicare le linee guida per la politica economica del Movimento: il guru dei cinque stelle ha infatti appena concluso il suo giro d'incontri con gli impenditori del nord e ha intenzione di presentare le richieste giuntegli dagli imprenditori incontrati. Anche su questo punto, si vocifera, i dissensi sono profondi: non tanto all'interno del M5s, quanto tra questi e Casaleggio, le cui posizioni sull'economia divergono sensibilmente da quelle sostenute dai parlamentari pentastellati.

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