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L'assistente di un senatore: "Pagati dalle multinazionali per fare leggi su misura"

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A "Le Iene" parla l'assistente di un Senatore: "A libro paga dei big del mercato per favorirli in Parlamento"

Ignazio Stagno
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  Pagati dalle lobbies e dalle multinazionali. E' questa l'ultima accusa che arriva da una fonte anonima del palazzo contro la casta di onorevoli e deputati. A rivelare il pagamento "sottobanco" è l'assistente di un senatore che a Le Iene racconta di come i grandi colossi e i poratatori di interesse tengano sul libro paga buona parte dei nostri parlamentari. Ci sono alcuni senatori e alcuni onorevoli che sono stipendiati da certe multinazionali, le cosiddette lobbies. “In che senso le lobby hanno a libro paga onorevoli e senatori?”, chiede Filippo Roma, giornalista del programma Mediaset.  L'assistente senatore risponde: “Ci sono le multinazionali che ogni mese per mezzo di un loro rappresentante fanno il giro dei palazzi, sia al Senato che Camera, incontrano noi assistenti e ci consegnano dei soldi da dare ai rispettivi senatori e onorevoli. Per far sì che quando ci sono degli emendamenti da votare in commissione in aula, i senatori e gli onorevoli li votino a favore della categoria che paga”. La gola profonda in parlamento Guarda il video su Liberotv   Insomma l'assistente del senatore parla velatamente di tangenti. Le lobbies dunque pagherebbero uno stipendio mensile ad alcuni parlametari per ottenere in cambio dei favori. "Se  provato", dice il presidente del Senato Pietro Grasso, "sarebbe gravissimo". Putroppo, aggiunge, "la natura di denuncia, anonima nella fonte e nei destinatari, rende difficile procedere all'accertamento della verità. Spero quindi che gli autori del servizio e il cittadino informato di fatti così gravi provvedano senza indugio a fare una regolare denuncia alla Procura, in modo da poter accertare natura e gravità dei fatti contestati. Da parte mia assicuro che mi adopererò per fornire agli inquirenti nel più breve tempo tutte le informazioni che riterranno utili alle indagini".     Un'altra strada per evitare che queste cose accadano, ragiona Grasso, è che martedì, quando sarà preso in esame dalla Commissione Giustizia del Senato il disegno di legge su corruzione, voto di scambio, falso in bilancio e riciclaggio che "spero che divenga presto legge dello Stato", si introduca nel testo "un reato specifico per il traffico di influenze illecite nell'attività parlamentare che renda più facile punire i comportamenti denunciati dal servizio televisivo". "Alcuni giorni fa ho inoltre evidenziato l'esigenza di una legge che disciplini, in maniera chiara e trasparente, l'attività lobbistica che al momento, seppur sempre presente, si muove in maniera nascosta". (I.S)  

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