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Epifani: "Se cade il governo non finisce la legislatura"

Guglielmo Epifani

Ignazio Stagno
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"Non e' detto che alla fine di un governo corrisponda la fine della legislatura". Guglielmo Epifani da Parigi manda un avvertimento al Pdl.  "Se qualcuno pensasse di mettere in difficoltà l'esecutivo sappia che la legislatura potrebbe non finire con la caduta dell'attuale governo'".  Epifani ha sottolineato che non si tratta di "una minaccia", ma di "una constatazione rispetto a quello che resta l'obiettivo di continuare a fare le cose bene per il paese. C'e' un governo al servizio del Paese che cerca di svolgere al meglio possibile la sua funzione" e "da tempo continuo a dire che bisogna dare a questo governo la possibilita' di fare evitando di metterlo in difficoltà". Insomma la situazione rischia di precipitare. Ribaltone con i dissidenti grillini - Le parole di Epifani testimoniano il progetto del Pd di provare a forzare la mano per un eventuale ribaltone. A rincarare la dose c'ha pensato Nichi Vendola: "ll Cavaliere non pensi di avere le chiavi del futuro: se stacca la spina non si torna a votare". Il primo scenario all'orizzonte è quello che ha già annunciato Enrico Rossi, uomo del Pd e governatore della regione Toscana: "Il mio sogno è quello della nascita di un altro esecutivo sostenuto da Pd, Sel e Movimento Cinque Stelle". Nella realtà Rossi però dovrebbe accontentarsi di un pezzetto del M5S che in questi giorni è in pieno caos e con la minaccia di scissione dopo il voto sull'espulsione della senatrice Adele Gambaro. I grillini di palazzo Madama avrebbero già preparato un documento per fondare un nuovo gruppo parlamentare. A quel punto circa 20 senatori potrebbero appoggiare un governo di centrosinistra.  Gasparri: no furbate - Maurizio Gasparri avverte i democratici e i grillini ribelli: "La crisi dei grillini propone varie considerazioni. La perdita di consenso puo' riportare a sinistra qualche punto percentuale di voto, mentre i transfughi, non solo ostili a imposizioni ma sensibili all'integrita' dei compensi, potrebbero offrire alla sinistra i voti che mancano al Senato per un eventuale e deprecabile governo 'rosso'. Insomma, dal bene di una dimostrazione di assoluta inadeguatezza di questa realta', puo' nascere un male. Ovvio che strane operazioni innescherebbero una crisi politica che paralizzerebbe il Parlamento. Nessuno quindi pensi a furbate". E ad essere preoccupata per un eventuale ribaltone è anche Annamaria Bernini che afferma: "Il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, ha il dovere di essere chiaro con il governo, con il premier Letta e con gli italiani. Che cosa intendeva dire quando ha affermato che la fine del governo non coincide necessariamente con la fine della legislatura? Precisi il suo pensiero se non vuole alimentare il sospetto di un gioco al massacro del suo partito". Scissione azzurra - Ma c'è un altro scenario che potrebbe sconvolgere gli equilibri del governo. Questa volta è tutto dentro il Pdl. Il partito è spaccato sull'appoggio al governo. Con l'abolizione dell'Imu che si allontana e l'aumento dell'iva che ormai è alle porte gli azzurri si dividono e le colombe che predicano responsabilità nei confronti dell'esecutivo possono diventare falchi (nei confronti del partito) se qualcuno nel Pdl togliesse l'appoggio a Letta. Giusto qualche giorno fa, l'ex governatore del Veneto ed ex ministro Giancarlo Galan nel cortile di Monetcitorio, ha affermato: "Quelli che stanno al governo, i traditori, entreranno nel nuovo partito di Letta di cui sono già nell'orbita e daranno vita a una neo-Dc. Noi e quel che resta della destra federata con noi saremo l'unica alternativa a loro e alla sinistra". Insomma, che un gruppo di parlamentari azzurri possa staccarsi e sostenere la prosecuzione della legislatura in caso di caduta del governo è cosa di cui si parla anche all'interno del Pdl. (I.S.)

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